"Il Grande Fratello Vip da equilibrista per aiutare il pubblico a distrarsi un po'"

Al via stasera su Canale 5 la nuova edizione con influencer, leggende del pop e intellettuali

"Il Grande Fratello Vip da equilibrista per aiutare il pubblico a distrarsi un po'"

E il Covid cambia anche la ragione sociale del Grande Fratello. L'isolamento totale di un gruppo di persone, fondamento del reality, viene allentato nell'edizione che parte da questa sera su Canale 5 (in onda due volte la settimana, anche al venerdì). Una «social room» terrà in contatto i concorrenti con il mondo esterno, perché in questi tempi difficili non si può restare all'oscuro di quando accade. È questa una delle novità fortemente volute da Alfonso Signorini, per la seconda volta alla guida del programma in versione Vip. In primavera il giornalista-conduttore si era ritrovato a gestire il reality in piena pandemia e a portarlo avanti nonostante l'Italia intera fosse bloccata dal lockdown. Ora, si riparte. E già il primo caso di una persona dello staff risultata positiva ha fatto scattare l'allarme.

Dunque, Signorini, si comincia con difficoltà.

«È una situazione complicata, viaggiamo come funamboli su una corda. Ma siamo attrezzati ad affrontare la situazione con il massimo rigore. Chi è stato in contatto con l'autore contagiato è in quarantena».

Non il miglior modo per lavorare con serenità.

«In effetti no. Anche perché siamo in diretta. È difficile mantenere quella leggerezza necessaria per guidare un programma di questo tipo. L'unica cosa che posso fare è concentrarmi, e tenere lontano le preoccupazioni mentre sono in studio».

Ma se un concorrente risultasse positivo?

«Speriamo proprio di no. Abbiamo fatto i tamponi fino all'ultimo. Se qualcuno dovesse mostrare qualche segnale dopo essere entrato nella casa vedremo il da farsi».

Il Gieffe confina venti persone in uno spazio chiuso: il contrario di quanto dettano le regole del distanziamento sociale. Era necessario riproporre il reality?

«È la stessa domanda che ci siamo posti nella scorsa edizione quando abbiamo dovuto decidere se continuare o no. La riposta è la stessa: la gente ha voglia di staccare la spina, di pensare ad altro».

La novità è la social room.

«Mi sembra giusto in una situazione così difficile che i concorrenti possano sapere come si sviluppa la pandemia. Sarà anche un modo per portare la discussione dentro la Casa».

Ma come sarà questo Gieffe?

«Come sempre tutto dipende dal cast. Abbiamo selezionato venti Vip dopo aver valutato centinaia di personaggi. Ci sono caratteri forti e figure che potranno sorprendere. Abbiamo un giovanissimo come l'influencer Denis Dosio, che usa un linguaggio a me sconosciuto, un monumento della canzone italiana come Fausto Leali oppure un provocatore come Tommaso Zorzi».

E, invece, per la quota intellettuali avete convocato lo scrittore Fulvio Abbate. Non è un'ipocrisia?

«Lui ha accettato al volo. Anzi mi ha detto che aspettava da anni questo invito. Sono assolutamente convinto che sia una buona idea alzare il livello, come abbiamo fatto l'anno scorso con Barbara Alberti, anzi lui dà più garanzie di saper interagire con gli altri concorrenti perché è più pop. La prima domanda che mi ha fatto quando ci siamo incontrati è stata: Ma si possono fare le puzze nella Casa?».

Opinionista, accanto a Pupo, la «svalvolata» e onnipresente Antonella Elia

«Io continuo a difenderla. Per me lei è come il compagno di classe in ultima fila, il malandrino. È più facile criticarlo che cercare di comprenderlo. Sarà un'ottima opinionista perché lei prende posizione, non cerca il facile consenso del pubblico».

Il Gieffe festeggia i vent'anni: cosa ha rappresentato per la storia della televisione?

«È stato uno tsunami: dopo, la tv non è stata più la stessa. Sia nel linguaggio sia nei format che ne sono derivati.

All'inizio non mi aveva attratto, poi quando ho cominciato a guardare le puntate non mi sono più schiodato, le ho viste tutte, tranne quelle condotte da me. Nel tempo ha perso la sua funzione antropologica, ma è naturale. Il personaggio che mi è rimasto nel cuore? Ovviamente Taricone. Era anche bellissimo».

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