È stata una delle prime attrici di Hollywood a scoperchiare il Vaso di Pandora delle molestie sessuali sulle donne da parte del produttore Harvey Weinstein. È grazie ad Ashley Judd se è nato il movimento del #Metoo e del Time’s Up, un movimento che inevitabilmente ha scosso l’opinione pubblica e lo stesso mondo patinato del cinema. L’attrice è tornata a discutere della figura della donna, alla luce dei recenti cambiamenti e, al Women in the World Summit e come ha riportato su Vanity Fair, con una calma rassicurante, rivela sconcertanti verità.
"Ho abortito e sono eternamente grata per averlo fatto – rivela Ashley Judd -, non avrei mai potuto condividere il bambino che avevo in grembo con il mio stupratore. Avrebbe avuto un diritto di paternità. Tre volte sono stata violentata e, una di queste, sono persino rimasta incinta – aggiunge -. La democrazia inizia sulla nostra pelle, non dovrebbero esserci regole su ciò che vogliamo fare sul nostro corpo. Il mio violentatore è del Kentucky e avrebbe potuto avere il diritto di paternità e, secondo la legge, avrei dovuto condividere con lui il mio bambino."
L’attacco e le dure rivelazioni di Ashley Judd fanno seguito
alcune proposte dell’amministrazione Trump di limitare gli aborti volontari. Come in Ohio, per esempio, dove il governatore sta per firmare una legge che vedrebbe i medici punibili in quanto consapevoli dei rischi che corrono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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