Isola dei Famosi, Raz Degan parla della sua esperienza in Honduras

Raz Degan si è raccontato a 360° in un'intervista al Corriere della Sera. Dai naufraghi al futuro da regista, l'ex modello israeliano ha confermato di essere una persona solitaria

Isola dei Famosi, Raz Degan parla della sua esperienza in Honduras

"Hanno reagito con quelle che sono le loro capacità, giudicano in base alle loro azioni: io no, non ho giocato mai", inizia così la lunga intervista che Raz Degan ha concesso al Corriere della Sera.

Non è un mistero che il vincitore della dodicesima edizione dell'Isola dei Famosi sia una persona schiva e riservata. E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio questa intervista esclusiva del Corsera lo dimostra. "I veri squali - dice Raz Degan - non erano in acqua ma sulla spiaggia. Ero più in sintonia con i paguri, le onde, il vento, le palme, il canto degli uccelli piuttosto che con loro e le loro chiacchiere banali e noiose. Ho cercato di convertire la rabbia, era diventata quella la vera sfida, la meno facile da superare. Una persona intelligente non deve cadere nelle logiche degli imbecilli o cambiare per diventare più simile a loro".

Raz Degan parla della sua esperienza in Honduras e confessa che non si sarebbe mai aspettato tutto questo consenso da parte del pubblico: "Per me è stato un regalo caduto dal cielo. La gente è riuscita a percepire il richiamo della natura nei miei confronti, il mio urlo pacato. Mi fa molto piacere, sono grato".

"Nella vita di tutti i giorni vanno invece meglio i rapporti con il prossimo?", gli domanda il giornalista. E la risposta di Raz conferma ancora una volta la sua indole solitaria. "La differenza - dice - è che lì scegli chi portare con te nel viaggio. Comunque in generale mi trovo molto bene nel trullo dove vivo, un po’ fuori dal tempo, il telefono che non prende...".

Raz Degan, poi, parla della sua vita e del suo lavoro. Il naufrago ha passato gli ultimi cinque anni della sua vita in Amazzonia "per seguire un ragazzo, ho deciso di ritirarmi dietro una telecamera e osservare, stare dietro l’obiettivo e non essere l’oggetto che viene ripreso, ma raffigurare il mondo".

"Passando a temi meno nobili - conclude il giornalista - ci pensa

se tutti quelli che l’hanno votata andassero anche a vedere il suo documentario?". "Eh, sarebbe bello - sottolinea Raz -. So che non è un tema per tutti, ma per me contava essere coerente con me stesso".

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