"Lulù", l'incarnazione della donna fatale

Fino a martedì al Teatro del Canovaccio di Catania Raffaella Esposito interpreta il testo di Wedekind

"Lulù", l'incarnazione della donna fatale

Al Teatro del Canovaccio, piccolo ma accogliente spazio nel cuore del centro storico di Catania, fino a martedì sarà in scena, quale lavoro conclusivo della trilogia sull'espressionismo tedesco, (che negli anni passati ha già visto la rappresentazione di testi quali Hinkeman di Ernst Toller e Dal mattino a mezzanotte di Georg Kaiser), Lulù di Frank Wedekind, con adattamento e regia di Saro Minardi. Lulù, interpretata da Raffaella Esposito, è una figura dell'immaginario che si è insinuata in gran parte della cultura del '900. Ripresa in innumerevoli opere artistiche, la figura femminile caratterizzata dai capelli neri a caschetto, dal trucco essenziale ma intenso e dagli occhi espressivi è elemento di riferimento per intere generazioni.

Lulù è, dunque, un archetipo, l'incarnazione tragica e moderna del mito della “donna fatale”, un personaggio in cui gli elementi conflittuali, a volte autodistruttivi, si sposano con una fortissima pulsione alla seduzione. Prostituta sacra, ma anche intatto essere preistorico, trascina con sé nella distruzione un corteo variegato di uomini, ma il vero oggetto della distruzione è lei stessa. Il destino che si compie in Lulù, giustiziata da Jack lo Squartatore (Silvio Salinari), è quello che la società riserva a ogni eccesso che la destabilizzi e riesca a metterla in dubbio, eccesso di cui la donna e la sua natura sono insegne privilegiate. Lo spettacolo offre una riduzione e un adattamento del testo integrale originale con una messa in scena semplice ma altamente simbolica della tragedia di Wedekind che non è esente da sprazzi di umorismo.

Due atti da cinquantacinque minuti ciascuno, suddivisi in quattro quadri interpretati, oltre che dalla protagonista, da un nutrito gruppo di giovani attori catanesi (Alfio Zappalà, Salvo Musumeci, Domenico Fiore, Giampaolo Costantino e Giuseppe Calaciura) supportati dalla straordinaria partecipazione di una veterana della scena siciliana come Carmela Buffa Calleo, offrono allo spettatore una visione parabolica dell'ascesa e della decadenza dell'essere umano, parafrasi dell'ineluttabilità della vita. Il Teatro del Canovaccio di Catania continua il suo percorso di promozione ed espressione dei giovani talenti siciliani che hanno fatto dell'off un vivaio per le grandi produzioni.

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