"Non credo che sarei il genere di vittima con la quale essere solidali. Avrei un po’ di storie da raccontare, ma non ho detto la mia per tante ragioni…". Megan Fox, intervistata dal New York Times, va così all’attacco del #MeToo e delle colleghe che lo hanno animato.
L’attrice, infatti, ha spiegato il motivo per il quale finora non aveva commentato lo scandalo molestie: "Io non sono il martello universale della giustizia. Non credo che il mio lavoro consista nel punire qualcuno perché mi ha fatto del male". Insomma, a differenza delle colleghe non ha voluto partecipare a processi mediatici e sommari. Quelle stesse colleghe che, peraltro, non la difesero quando nel "lontano"” 2009, lei stessa si lamentò dei trattamenti che il regista Micheal Bay le riservò sul set dei Transformers e, ancor prima durante i provini di Bad boys 2 (era il 2002 e lei aveva 16 anni), quando il regista – che era sempre Bay – le chiese, per esempio, lavare la sua Ferrari in modo provocante. Ecco, all' epoca, però, non ci fu alcuna alzata di scudi.
E, anzi, ci fu chi – come ricorda La Verità – la attaccò dopo la sua interpretazione ne i Transformers dandole addirittura della "sgualdrina
ingrata": "Ero avanti sui tempi, fui rifiutata per via di qualità che oggi vengono lodate nelle donne che si stanno facendo avanti". Insomma, ecco perché Megan Fox si è sempre tenuta alla larga dal coro del #MeToo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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