Al grande pubblico è diventata nota come Blanca, la detective profiler cieca che riesce a prevedere le azioni delle altre persone, a intuire il loro pensiero. Ma mai avrebbe profetizzato il suo sbarco sul più grande palco italiano, quello di Sanremo. Maria Chiara Giannetta, trent'anni a maggio, partita da Foggia per studiare recitazione, sbocciata nella fiction Don Matteo, arriva in Riviera sull'onda del successo della serie andata in onda su Raiuno a dicembre. Un triplo salto mortale che, però, non ha intaccato la sua freschezza e semplicità, motivo per cui è stata voluta da Amadeus al suo fianco come co-conduttrice nella quinta serata del Festival, quella delle cover.
Maria Chiara, per gli spettatori sei Blanca, simbolo di coraggio, forza e anche allegria nel vivere un'esistenza da disabile. Chi delle due salirà sul palco dell'Ariston?
«Salgo io. Che non sono così sfrontata, senza freni, senza paure, come Blanca. E non ho i suoi poteri. Ma certamente mi riconosco nell'energia positiva, ironia e leggerezza con cui lei affronta il mondo. E condivido la sua filosofia: non piangersi addosso nonostante una vita segnata dalle difficoltà».
Sei una giovane attrice invitata all'Ariston al pari di dive del cinema italiano come Ornella Muti e Sabrina Ferilli (una apre e l'altra chiude il Festival)...
«Infatti io mi sento un ospite di loro due. Mi approccio come una persona che non conosce questo mondo e che vuole portare solo un po' di leggerezza e di gioia in un momento ancora così triste per tutti. Noi attori piangiamo, ridiamo, ci struggiamo, ma alla fine il nostro compito è solo di far passare qualche ora di svago alle persone».
All'Ariston porterai i temi della disabilità?
«Non lo so ancora, dipende quanto tempo mi daranno visto che venerdì, serata delle cover, è già molto pieno. Comunque è un tema che mi è molto caro».
Però potrai incontrare uno dei tuoi idoli, Donatella Rettore...
«Assolutamente. Non vedo l'ora di sentirla insieme a Margherita Carducci. Con lei potrei pure cantare, non sul palco però... Adoro anche Mahmood, Blanco ed Elisa, con cui sono cresciuta».
La canzone di Sanremo che porti nel cuore?
«Ma che freddo fa di Nada».
Ti metterai quegli abiti coloratissimi e strampalati di Blanca?
«Non direi. Quando mi ricapita di potermi vestire così elegante? E mi metterò pure i tacchi, sperando di non cadere».
Interpretare Blanca non è stato facile: hai dovuto capire cosa vuol dire vivere nel buio. Cosa ti ha lasciato questo ruolo?
«Ho imparato che le cose si possono vedere - e non uso questo termine per sbaglio - da diversi punti di vista. Che non ci si può fermare allo sguardo, anzi a volte la vista ti mette il fumo negli occhi e ti fa vedere cose non vere. Chiudendo gli occhi si sviluppa una sensibilità diversa».
Da coach ti ha fatto Andrea Bocelli insieme ad altre persone cieche.
«Andrea mi ha spiegato come ci si muove senza vedere. Con tutti ho avuto un rapporto meraviglioso e spero di rivederli presto dopo il Covid. Il loro aiuto è servito: molte persone non vedenti hanno scritto sui social di aver apprezzato Blanca soprattutto perché è leggera, divertente e ironica, non frigna per la sua disgrazia».
Ora stai girando, nel ruolo del capitano Anna Olivieri, la stagione di Don Matteo che manda in pensione Terence Hill, com'è il set senza di lui?
«Ci manca molto. Lui trasmetteva un grande senso di serenità, incontrarlo anche solo al trucco ti dava tranquillità. Raoul Bova, che prende il suo posto come Don Massimo, sta entrando nella serie con molta umiltà, conscio della responsabilità che gli è stata data».
Nonostante l'esplosione di successo, riesci a rimanere una ragazza con i piedi per terra?
«Non conosco altra strada e non credo di cambiare. Sono una persona riservata che non ama la vita mondana. Mi impegno moltissimo e sono consapevole di quello che ho ottenuto finora».
Che parte ha l'amore in questo momento di grande lavoro?
«Non sono fidanzata. Sono certamente aperta a incontrare l'amore se mai arriverà, ma non mi metto in caccia».
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