Le migliori scene di sesso al cinema

Non solo "50 Sfumature di Grigio": il connubio tra sesso e macchina da presa accompagna il cinema sin dai suoi albori. Da "Harry ti presento Sally" a "Mulholland Drive", uno sguardo sulle migliori scene erotiche delle pellicole del passato e contemporanee.

Le migliori scene di sesso al cinema

L'attesa sta per finire: il 12 febbraio migliaia di fan invaderanno le sale per ammirare la passione bondage tra Christian Grey e Anastasia Steele, i protagonisti di "50 Sfumature di Grigio”. Il connubio tra sesso e cinema, però, è ben più longevo della trasposizione sul grande schermo dell'omonimo libro di E.L. James: eros e macchina da presa vanno a braccetto sin dall'invenzione della pellicola. Quali sono, allora, le scene di sesso più memorabili della cinematografia?

Quando si pensa al matrimonio tra cinema e sesso, la mente non può che balzare a produzioni recenti, con la caduta degli ultimi tabù. Eppure la sessualità su pellicola non è una prerogativa delle produzioni nate dagli anni '70 ai giorni nostri: già dagli anni '30 si contano i primi esemplari. È il caso di "Estasi” (1933), film in bianco e nero di Gustav Machatý dove appare il primo nudo femminile integrale della storia: quello di Hedy Lamarr. Un grande scandalo per i tempi, tanto che la distribuzione venne bloccata in molti paesi mondiali, mentre in Italia arrivò l'anno successivo in occasione della Mostra del Cinema di Venezia. La scena rimasta più impressa nell'immaginario comune, pur essendo del tutto priva di nudità e contatto fisico, è però il falso orgasmo di Meg Ryan di fronte a un attonito Billy Crystal, in "Harry ti presento Sally” (1989). Una pietra miliare del cinema moderno, di recente omaggiato anche da Keira Knightley.

Sempre dagli anni '80 giunge "9 settimane e ½” (1985), film diretto da Adrian Lyne con protagonisti una scottante Kim Basinger e un sensuale Mickey Rourke. La scena dello spogliarello a onor di veneziana ha turbato un'intera generazione, ghiaccio e ciliegie han fatto il resto. E la colonna sonora, quel "You can leave your hat on" di Joe Cocker, ancora oggi è un tormentone per ogni spogliarello che si rispetti. Dello stesso genere il cult di Sharon Stone, quelle gambe accavallate in "Basic Instinct”, condite dalla travolgente passione erotica con il poliziotto, che tanto scalpore destarono nel 1992 sulla stampa. L'anno dopo ci riprovarono Madonna e Abel Ferrara con "Occhi di Serpente": una pellicola che, nonostante la risposta tiepida della critica, non si è fatta di certo mancare contenuti bollenti.

Nella storia del grande schermo non può mancare il genio visionario di Stanley Kubrick. E non solo per le baccanti nude e il convito incappucciato che vede travolti gli ex coniugi Tom Cruise e Nicole Kidman in "Eyes Wide Shut" (1999), ma soprattutto per la scena cult in "Arancia Meccanica” (1971): con la scusa di mostrare i propri vinili, Alex trascina due giovani ragazze in camera da letto. Ne nasce un rapporto a tre surreale, mostrato sullo schermo a velocità raddoppiata e accompagnato dal William Tell di Rossini. Non mancano nemmeno i registi italiani, molto prolifici negli anni '70. D'altronde lo Stivale ha dato i natali a Tinto Brass, maestro dell'eros dietro la macchina da presa, da "La Chiave" (1983) al più recente "Monella" (1998). Il titolo che diede più scandalo, ma oggi diventato un vero cult per gli appassionati, è però "Caligola” (1979): una pellicola travagliata, sulla sceneggiatura di Gore Vidal, dove il sesso di certo non manca. Ancora, la dittatura sessuale di "Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975) di Pier Paolo Pasolini, ma anche le scene finali de "Il Casanova" (1976) di Federico Fellini. E che dire de "L'Ultimo Tango A Parigi” (1972) di Bernardo Bertolucci, regista tornato sulle note dell'erotismo anche con i tumulti adolescenziali di "The Dreamers" (2003).

Infine, non può mancare un breve excursus sul matrimonio tra cinema e rapporti omosessuali, celebrati in più di un'occasione sul grande schermo. Da "Mulholand Drive” (2001) di David Lynch, con l'incontro lesbo tra Naomi Watts e Laura Elena Harring, fino ad arrivare a "Weekend" (2011) di Andrew Haigh, una delle produzioni più realistiche e intense mai realizzate sull'universo LGBT.

E ancora, la candida unione de "La Vita D'Adele" (2013) celebrata al Festival di Cannes, ma anche l'universo ben più disincantato de "Lo sconosciuto del lago" (2013), tra sesso e omicidio su una spiaggia nudista. E fra i più esplicit? "9 Songs” (2004) di Michael Winterbottom, con scene di sesso tutt'altro che simulato, con riprese orali dal vivo.

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