Mettiamola così, mettiamola che ieri l'Italia televisiva di prima serata era divisa in due, da una parte il buono, dall'altra il buonista. Gianni Morandi e Fabio Fazio. La medaglia e il suo rovescio. Però entrambi debuttanti. Fazio solo per virtù di trasloco, perché è arrivato su Raiuno con lo stesso programma che faceva a Raitre (Che tempo che fa) e con pochissime modifiche tipo la fondamentale scrivania trasformata in acquario di pesci rossi. Morandi invece debutta nella fiction L'Isola di Pietro nella quale recita il suo ruolo perfetto, ossia se stesso, un medico pediatra che cresce i bambini, è zio e padre per loro, insomma più o meno come è stato per qualche generazione di italiani. Un confronto all'Ok Corral che ha avuto (forse non a caso) un filo conduttore: Ennio Morricone. È stato il primo ospite del Buonista su Raiuno e il primo arrangiatore del Buono su Canale 5 (Andavo a cento all'ora, ad esempio, roba di 55 anni fa) e si è trovato imbrigliato in una intervista-luogo comune dalla quale si è sganciato solo con qualche genialità delle sue tipo «Il fare? Non è solo un verbo ma sono due note, il fa e il re». Partita vinta. Poi, mentre Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino presentavano il loro film Chi m'ha visto, Gianni Morandi ha iniziato correndo sull'Isola di Pietro. A quel punto l'Ok Corral si è metaforicamente svuotato. Da una parte il solito rituale di presentazioni enfatiche, dall'altra l'inizio di una fiction che, pur in tutti i suoi cliché, ha lo sfondo decisivo dell'universo adolescenziale mai abbastanza esplorato. A un certo punto era quasi difficile distinguere i due canali, perché dall'altra c'era uno sterminato trailer, amplificato da un divertente video di Fiorello che lanciava il film e, alla propria maniera, giocava con Fazio («Dove sta? Su La7?»). Una chicca di ironia che, molto probabilmente, il Buonista ha «sopportato» in virtù degli ascolti tv perché un Fiorello vale oro ma due Fiorello insieme sono platino, come minimo. Però che sia molto preoccupato lo conferma l'annuncio a sorpresa: da stasera «Maurizio Crozza aprirà le puntate di Che fuori tempo che fa in seconda serata su Rai1». Crozza è su Discovery, Fazio era su Raitre dove Crozza faceva le copertine di Ballarò. Gattopardescamente, cambiare tutto per non cambiare niente.
In poche parole ieri dopocena l'Italia si è spaccata in due e vedremo oggi come saranno gli indici di ascolto. Nel frattempo contano i pollici, su oppure giù. Pro o contro. Dopo il più discusso contratto televisivo della storia della Rai, Fazio non ha cambiato nulla. A cambiare sono soltanto le virgole dei bonifici suoi e della «balenga più amata del mondo», ossia Luciana Littizzetto, vestita da suora nel promo sul Tg1 e poi squillante come al solito alle 21.55 mentre Fazio chiamava Rosario Fiorello al telefono (a proposito: alle 21.56 la prima parolaccia della Littizzetto su Raiuno, un roboante «minchia»). Siparietto nel quale Favino ha fatto giocoforza il convitato di pietra. «Fazio com'è sta rete? Si guadagna bene lì?», «Molto Rosario, si guadagna bene, c'è molta discrezione, te la consiglio». Con due battute, Fiorello ha centrato il bersaglio e arrivederci. In sostanza, fino alle 22.05, l'attesissimo debutto di Fazio su Raiuno, discusso da mesi, preteso da qualcuno, sopportato da molti altri e pagato da tutti, si è tenuto in piedi soprattutto grazie a un ospite al telefono. Alle 22.06 la diarchia televisiva prevedeva da una parte Fazio e Littizzetto che disquisivano di «pesce balenga» e «pesce pirla» e dall'altra Morandi alle prese con un copione di fiction che ha i carati per funzionare. Per dirla tutta, non soltanto il contratto di Fazio è uno dei più discussi di tutta la storia della Rai e senza dubbio il più ricco. Ma Che tempo che fa è il primo programma top che passi da una rete all'altra senza riscritture o soluzioni ingegnose per dare il senso della novità. Niente. Durante il suo monologo, la Littizzetto era persino seduta sulla scrivania acquario allo stesso modo di sempre e Fazio faceva la stessa faccia che immancabilmente fa a ogni battuta di «Lucianina». Il copione è lo stesso, il contratto no.
E mentre lei ironizzava come al solito su Berlusconi, Merkel e Kim, tra Buonista e Buono il più sincero sembrava il ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones e che non si è mai nascosto dietro bandiere di libertà solo per avere un aumento di stipendio.
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