È morta l'antropologa Amalia Signorelli. Per anni è stata di fatto l'allieva di Erneto de Martino e ha studitao i processi delle migrazioni e quelli sociali e culturali del Sud Italia. Aveva 83 anni e si è spenta a Roma. La Signorelli di fatto si è occupata anche del processo di modernizzazione del Sud Italia. Per diverso tempo, soprattutto negli ultimi quattro anni è stata opinionista di "Ballarò", "DiMartedì", "Fuori Onda", "Otto e mezzo" e "Servizio Pubblico". Inoltre da circa tre anni scriveva per il Fatto Quotidiano. Nel 1996 ha pubblicato "Antropologia urbana" (Guerini e Associati), tradotto anche in spagnolo. Con la casa editrice Sellerio ha pubblicato "Migrazioni e incontri etnografici" (2006) e curato con Adelina Miranda il volume Pensare e ripensare le migrazioni (2011). Il suo ultimo libro è "Ernesto De Martino: teoria antropologica e metodologia della ricerca" (L'Asino d'oro, 2015). La Signorelli per parecchi anni ha anche svolto il ruolo di docente. Dal 1970 ha insegnato presso la scuola Cepas dell'Università di Roma. All'università di Roma ha anche insegnato elementi di sociologia e antropologia urbana per la Facoltà di Ingegneria. Dal 1971 al 1977 è stata professore incaricato di antropologia culturale nell'Università di Urbino.
Dal 1978 è stata professore ordinario nell'Università degli Studi di Napoli Federico II e all'Università "La Sapienza" di Roma. All'Università Federico II di Napoli ha diretto il Centro di ricerca audiovisiva sulle culture popolari.
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