"La nozione di solidarietà e di generosità, a lungo centrale nel mio Paese, sta scomparendo. E la memoria non è il punto di forza del popolo italiano". A dirlo, in un'intervista a Le Monde, è Nanni Moretti. Il regista romano, che proprio in questi ore è in Francia per l'uscita nei cinema transalpini del suo ultimo film Santiago, Italia, non ha perso occasione per rispondere ad alcune domande sulla situazione politica italiana. Confermando, come era lecito attendersi, il suo chiaro disappunto per le politiche del governo in carica.
"Questa gente che ha preso il potere in Italia si considera al di sopra delle leggi. Hanno dichiarato guerra alla magistratura. Hanno inoltre poca familiarità con la grammatica istituzionale e ogni individuo munito della minima competenza gli pare naturalmente sospetto. In questo senso c'è una continuità diretta con Berlusconi", il duro attacco del regista di Caro diario e La stanza del figlio. Inoltre, ai microfoni del più autorevole quotidiano transalpino, Moretti dice che "in questo momento un film che si preoccupa della relazione dell’Italia col fascismo non può essere considerato anacronistico". Affermazione coerente con l'unica battuta pronunciata da Moretti nella sua ultima pellicola, "Non sono imparziale", in risposta a un ex fedelissimo del generale cileno Augusto Pinochet.
Nell'intervista c'è spazio anche per un commento su Matteo Salvini. "Fare un film su di lui? Sarebbe al di sopra delle mie forze. Non se ne parla. È stato già difficile farlo per Berlusconi. Fu una decisione dell'ultimo minuto, una sorta di sfida e di amore per il rischio, un doppio salto". Scontata la critica al segretario leghista sul fatto che "molti italiani siano ipnotizzati dall'immigrazione. È una paura che gli è stata pazientemente instillata dal leader della Lega", le parole di Moretti, che alla fine è tornato sul suo ultimo film.
Si tratta di "una bella storia di accoglienza e di coraggio", frutto di 40 ore di interviste rilasciate da rifugiati cileni, i cosiddetti "asilados", scappati in Italia dal loro Paese nel 1973 dopo il golpe dell'11 settembre che portò al potere il generale Pinochet al posto di Salvador Allende.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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