Nell'arte va di moda il plagio

Un buon compositore non imita: ruba. Queste le parole del grande Igor Stravinskij che devono essere state prese alla lettera da molti artisti negli ultimi anni. Tra i casi di plagio che hanno suscitato più critiche vi è anche quello riguardante Francesco Renga, che nel 2002 portò al festival Tracce di te, pezzo che risultò davvero troppo simile a Due grosse lacrime bianche cantata da Iva Zanicchi nel 1969 e come non ricordare I Sottotono con Mezze verità la cui melodia era simile a quella degli N Sync con Bye bye bye. Il caso imperversò in molte puntate di Striscia la notizia. Il duo rap, composto all'epoca da Tormento e Fish, ebbe anche uno scontro fisico con Valerio Staffelli, inviato che consegnò loro il Tapiro d'Oro. I ritornelli non sono identici, le assonanze, però, sono evidenti. In queste ultime settimane anche il «plagio» di Marie Le Pen il cui staff copiò un minuto e mezzo di discorso di Fillion.

Terminiamo con un'opera teatrale moderna, Nerone messa in scena in modo pop da Edoardo Sylos Labini e adesso «copiata» da Divo Nerone. Insomma copiare può andar bene ma almeno si riconoscano i diritti d'autore e qualche sesterzo.

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