«Non solo bel canto Dopo Sanremo inizia una nuova rotta»

Il trio (vincitore nel 2015) sul palco canta Endrigo e duetta con Baglioni. «Mica facile»

«Non solo bel canto Dopo Sanremo inizia una nuova rotta»

nostro inviato a Sanremo

Stasera canteranno alla loro maniera: a pieni polmoni e con gocce di tradizione. Il Volo ha vinto il Festival del 2015 con un brano (Grande amore) che in tutto il mondo è già un classico dei loro concerti. E stavolta questi tre golden boy tornano sul palco dell'Ariston con una ragione di più: confermare che non sono una meteora. Gianluca Ginoble, il latin lover. Ignazio Boschetto, il più alto. Piero Barone, quello con gli occhiali. Sono tra gli italiani più famosi al mondo, fanno tour colossali e ospitate nelle televisioni più determinanti del mondo. Sono nati in tv, arrivano da Ti lascio una canzone e si sono fatti strada perché intercettano un bisogno diffuso nel mondo (quello del bel canto) ma sottovalutato in Italia. Dopotutto agli italiani fatica a piacere ciò che è italiano. In ogni caso, Il Volo ha ormai una identità riconoscibile a tutte le latitudini. E stasera tornano all'Ariston. «Dopo tre anni, è tutta un'altra sensazione» conferma Piero. Ogni volta che salgono in scena, loro battono il pregiudizio di chi non accetta che si possa cantare bene alla vecchia maniera. «Ma ci siamo abituati» dicono sempre. E comunque non si tirano mai indietro. Come stavolta.

Scusate, Il Volo, che effetto fa esserci da super ospiti?

(Piero) «È stato Claudio Baglioni a farci sentire subito meglio. Durante le prove della scorsa settimana, lui ci ha messo a nostro agio».

Come?

(Piero) «Quando gli abbiamo parlato, lui ci ha risposto chiaro: Voi siete gli ospiti, fate quel che volete. Così fa un grande artista. Chapeau».

Ma voi nel frattempo dove siete finiti?

(Piero) «Diciamo che siamo stati in pausa».

Impossibile.

(Piero) «In effetti abbiamo registrato un disco con uno dei produttori più importanti del mondo, Emilio Estefan. Uscirà tra due o tre mesi. E sarà una sorpresa».

Allora spiegate perché.

(Sempre Piero) «Abbiamo aperto la porta a suoni latini. Il Volo canta latino. È un omaggio a una tradizione latino americana che pochi si attendevano da un gruppo come il nostro. E ci saranno pure duetti che nessuno si aspetta».

Ad esempio?

(Piero) «Con Gloria Estefan, moglie di Emilio e super mega popstar in Sudamerica. Vero che non se lo aspettava?».

In effetti.

(Gianluca) «Con questo disco non abbiamo un solo obiettivo, che è quello di migliorarci. Vogliamo anche sorprendere e affrontare un repertorio inatteso».

L'obiettivo?

(Gianluca) «Dimostrare che non siamo soltanto bel canto».

Lo farete anche stasera al Festival?

(Gianluca) «Intanto affronteremo un grande della storia come Sergio Endrigo, interpretando Canzone per te che vinse il Festival cinquanta anni fa, nel 1968».

E poi?

(Gianluca) «E poi duetteremo con Claudio Baglioni in un pezzo che fa parte del suo repertorio come La vita è adesso, dal disco omonimo di Baglioni del 1985. Mica facile, sa?».

E dopo?

(Gianluca) «Dopo il Festival di Sanremo per noi inizia un nuovo ciclo».

Ma non potrete essere troppo diversi da prima.

(Gianluca) «Noi abbiamo la possibilità di interpretare tanti repertori diversi senza perdere la nostra identità. E abbiamo comunque qualcosa che non ci abbandonerà mai: l'adrenalina. Magari qualcuno non interessa o non ci pensa, ma chi fa questo mestiere ha un motore che non si riesce a spegnere: la passione. Noi ce l'abbiamo».

Va bene, ma tre ragazzi poco più che ventenni litigheranno spesso tra loro.

(Gianluca, ma gli altri annuiscono) «Siamo stati educati dai nostri

genitori e abbiamo l'insegnamento del nostro manager Michele Torpedine. Quindi certo che litighiamo, spesso anche con irruenza, perché ciascuno di noi ha un carattere diverso. Ma con l'intelligenza si risolve sempre tutto».

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