Al di là di qualsiasi numero che farà al botteghino, Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto di Riccardo Milani detiene già un record, quello di essere il primo titolo italiano veramente forte a uscire al cinema nel periodo postpandemico.
Una scommessa già vinta dai produttori Wildside e Vision Distribution, insieme a Sky e Amazon Prime Video, che danno appuntamento al pubblico, per il seguito del fortunato Come un gatto in tangenziale, più di 10 milioni di incasso solo tre anni fa che ora sembrano un secolo, alle anteprime speciali di oggi e di domani a Ferragosto per poi riaprire quasi letteralmente le sale il 26 agosto, in oltre 900 schermi: «Il 26 è una data importante - spiega l'amministratore delegato della distribuzione Vision, Massimiliano Orfei - perché di solito si riparte così con i film americani, il nostro è un grandissimo film popolare a cui abbiamo dedicato forse la più imponente campagna di lancio degli ultimi anni».
E popolari, i personaggi di Come un gatto in tangenziale lo sono eccome. A partire dai due protagonisti, Monica, interpretata da Paola Cortellesi, e Giovanni, che è Antonio Albanese. Per intenderci, la borgatara del nuovo millennio e il radical chic di sempre, che sono ormai entrati nell'immaginario collettivo. Merito di una sceneggiatura, scritta dal regista insieme alla moglie Paola Cortellesi e a Furio Andreotti e Giulia Calenda, che riesce, nel solco della migliore commedia all'italiana, a disegnare, con poche parole ma con profonde soluzioni visive, dal cosiddetto trucco e parrucco al lavoro mimico degli attori, due universi apparentemente opposti. Perché la chiave di tutto e, senza esagerare, della nostra stessa vita, è la conoscenza. Del mondo e dell'altro. E poi l'amore sicuramente arriverà.
Il secondo capitolo di Come un gatto in tangenziale è quindi un ulteriore approfondimento di questi due mondi che stavolta s'incontrano grazie a una richiesta di aiuto. Quella di Monica/Cortellesi la quale, finita in carcere - «so' innocente», dice giustamente - per colpa delle mitiche gemelle cleptomani, su consiglio di tutta Bastogi, la periferia romana dove vive, chiama Giovanni/Albanese, per loro «il ministro», in realtà soltanto il presidente di un think tank. Il nostro pensatore, ora legato alla giovane e rampante Camilla (Sarah Felberbaum), è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio in periferia accanto alla parrocchia di San Basilio, guidata dal bello e impossibile Don Davide (Luca Argentero).
La soluzione pensata da Giovanni è di riuscire a far dare a Monica la pena alternativa al carcere... proprio in quella chiesa. Le loro vite tornano così a incontrarsi portandosi dietro anche quelle delle rispettive famiglie, con i figli Alessio (Simone De Bianchi) e Agnese (Alice Maselli), l'ex coniuge di lei e di lui, Sergio (Claudio Amendola) e Luce (Sonia Bergamasco). Con tanto di megapranzo familiare nella ridente località balneare laziale di Coccia di Morto in cui ci saranno diverse rivelazioni...
Racconta il regista Riccardo Milani: «Abbiamo scritto il film in pieno lockdown, da marzo a giugno 2020. Doveva essere diverso, ma poi mi sono ricordato di quando ero andato a Milano nel quartiere Chiesa Rossa a una rassegna cinematografica. Lì ho respirato un'attività sociale importante, una certa attenzione al quartiere che mi ha ricordato le sezioni di partito».
«In effetti - continua Paola Cortellesi - alcuni sacerdoti militanti avevano catturato il nostro interesse e per questo ci è piaciuto inserire i nostri due personaggi in questa storia centrale. Ci sono tante realtà, come quella dei volontari che la mia Monica proprio non capisce. Perché - si chiede - lavorare gratis?».
Il risultato è estremamente godibile e mostra anche una certa confidenza tra gli interpreti. Per esempio Antonio Albanese racconta come «in una commedia mi piace trasmettere allegria anche sul set, dove arrivo e faccio i miei numeri». Sulla stessa onda Sonia Bergamasco che in questo sequel lascia ancora più corda al suo lato spiritoso, se non proprio comico: «Riccardo Milani quando mi vede, ride, lui ha creduto fin da subito che potessi far ridere quando io nemmeno lo immaginavo. La comicità è una qualità che non si riesce a esprimere facilmente».
Poi, certo, esiste anche quella naturale, con le due
gemelle affette da «shopping compulsivo» che, in conferenza stampa, fanno ridere tutti, così: «Ora ci fermano per strada e ci fanno le foto, ma povere eravamo e povere semo rimaste. Fatece lavora', così non andiamo a ruba'».
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