Peter Jackson: «Ho rivisitato la mia stanza dei giochi»Le parole del regista

Una conferenza stampa gremitissima a Londra per Peter Jackson il regista premio Oscar che è diventato famoso in tutto il mondo grazie alla sua trasposizione cinematografica de Il signore degli anelli. Ora Torna sullo schermo con l'attesissimo prequel Lo Hobbit, tratto anch'esso da un romanzo di J.R.R. Tolkien. Hai giornalisti ha detto che fare cinema «è una grande responsabilità».
«È una responsabilità, per molte ragioni - ha spiegato- attorniato dal cast del film quasi al completo - perché il film deve valere il prezzo del biglietto». Ma infondo è anche un gran divertimento. Ha ammesso, che «sognava di fare film sin da quando era bambino». Per questo, per «il maestro», come lo chiamano i suoi attori, «Girare Lo Hobbit è stato come fare un viaggio nella «propria stanza dei balocchi». Però un viaggio filologico: «Dopo aver pubblicato la trilogia, Tolkien aveva ripreso in mano Lo Hobbit per dare continuità tra un'opera e l'altra. Ma il lavoro di revisione non è andato oltre il terzo capitolo. Lo Hobbit arriva quasi vent'anni prima del Signore degli Anelli... per me è stato il contrario -prosegue Jackson- quando ho girato Il Signore degli Anelli ero sicuro sarebbe stata un'esperienza irripetibile. Non pensavo che saremmo tornati nella terra di Mezzo, invece anche questa volta è stata indimenticabile. La nostra versione tiene conto di molte fonti, delle 100 pagine di appendice del Signore degli Anelli... Così da un libro di 300 pagine siamo riusciti a immaginare 3 film, non è stata una decisione puramente commerciale».


Ma nel film non manca nemmeno una spruzzata di tecnologia innovativa, soprattutto riguardo alla versione 3D: «L'abbiamo usato in modo drammatico per creare profondità. La vera rivoluzione sono i 48 fotogrammi al secondo, invece dei normali 24».

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