Più rischi e tecnologia per battere nuovi "record"

Gerry Scotti conduce la nuova serie dello show che porta in scena prove titaniche e spericolate

Più rischi e tecnologia per battere nuovi "record"

Una sfilza di prove titaniche, di rischi, di ansie. E quell'umanità un po' stramba, disposta a mettersi alla prova, in bilico tra gloria e fallimento. E senza rete sotto. Torna Lo Show dei Record da questa sera in prima serata su Canale 5, e torna Gerry Scotti, al suo timone dopo l'esperienza del 2011. Si tratta della settima edizione, dunque sono attese novità di contenuto e di stile, per uno show che, in passato, è stato accusato di flirtare un po' troppo col trash. Ora la narrazione, come usa dire di questi tempi, è cambiata: «All'inizio questo show è stato visto, da una certa critica con la puzza sotto il naso, come un circo Barnum affollato di freak, di pazzoidi - spiega Scotti -; posso parlare delle mie conduzioni: accanto alla spettacolarità di alcuni record e agli eccentrici personaggi che ne sono protagonisti, racconteremo con più attenzione le loro storie. E ci adeguiamo ai cambiamenti tecnologici: il pubblico dello show, soprattutto quello più giovane, è già preparato dal web. Il programma dunque deve offrire dettagli visivi, ralenti e presentazioni a 360 gradi dei recordmen. E ogni cosa che si vede e sente, voglio precisare, è materiale per tutta la famiglia. Il nostro taglio è quello di un varietà».

Tra le novità, il prima e dopo la prova: «Quest'anno ci saranno i backstage delle prove - continua Gerry -; lo spettatore potrà vedere la tensione prima dell'impresa, osservando da vicino uomini e donne che non sono degli incoscienti, hanno una paura molo umana». E a proposito di umanità, oltre alle prove fisiche, le interviste giocano un ruolo fondamentale: «Mi capita di intervistare persone con handicap, che riescono a compiere imprese commoventi - spiega il conduttore -; c'è chi senza una gamba ha fatto il giro del mondo a piedi, una ragazza senza braccia che svolge professione d'avvocato: uomini e donne simbolo di personalità e coraggio, primatisti che fanno arrossire di vergogna noi normodotati, che magari abbiamo paura di fare l'esame del sangue».

Vecchie conoscenze dello Show dei Record , i colossi Zydrunas e Thor resteranno in pista, a sfidare gli uomini più forti del mondo: «Loro sembrano cattivi ma sono un pezzo di pane - spiega divertito Gerry -; la stazza non fa il monaco, come posso confermare io che sono uno e ottantacinque per un quintale, e non farei male a una mosca». C'è poi la new entry, come inviato in esterna, di Edoardo Scotti, figlio del conduttore. In tempi di lavoro di squadra tra padre e figlio (Roby e Francesco Facchinetti eredi della Carrà al prossimo The Voice of Italy ), da veterano Gerry Scotti smonta qualsiasi malignità preventiva: «Rispondo alle malelingue: non c'era bisogno, nella tv italiana, di un secondo Scotti. E difatti mio figlio non vuole proprio fare il mio mestiere, lui i quiz non li ama. La collaborazione è nata così: alla direzione artistica serviva un inviato che fosse già in Usa, pronto a intervistare parlando in perfetto inglese, e che sapesse di regia. É stato lo stesso Roberto Cenci a pensare a Edoardo, che studia proprio regia a Los Angeles, e solo dopo il suo sì gli ha comunicato che, dopo gli States, avrebbe dovuto girare il mondo, fino alla Muraglia cinese. Fortunato: io alla sua età, a 22 anni, al massimo ero stato a Varazze».

Di anni Gerry invece ne ha quasi cinquantanove, e più volte ha detto: «a sessanta mi ritiro». Parole di uno stacanovista, dunque poco credibili: magari ci sarà lo spazio per un Sanremo o di un nuovo Passaparola ? «Venire dopo l'impeccabile conduzione di Carlo Conti a questo festival? Mica sono matto - conclude Scotti - Carlo l'ha condotto come avrei fatto io: da perfetto vigile urbano, senza personalismi, privilegiando la musica.

Se non sono matti, in Rai gli riaffidano subito il prossimo Festival. Di Passaparola si parla sempre, ma in azienda si sta studiando qualcosa di strategico per il pre-serale: a tarda primavera proveremo un paio di idee, vedremo se valide».

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