Nel settembre 1952, la nomenklatura del partito comunista annoverava 53 mila cariche. Un gradino sotto si trovavano i funzionari alla guida di organismi regionali: al 1° luglio 1952, 350 mila poltrone. Pressoché tutti coloro che occupavano una carica nel partito godevano di numerosi privilegi, incluse considerevoli agevolazioni materiali. Se prima della Seconda guerra mondiale anche i quadri erano stati sottoposti a purghe, dopo la fine del conflitto fu riservato loro un occhio di riguardo (con qualche eccezione). I burocrati dunque sfuggirono alla repressione di massa. Un reato per altri gravissimo poteva non avere per loro alcuna conseguenza. Stesso discorso è valido per le agenzie governative. Un esempio. La Direzione principale della guardia era addetta alla protezione delle massime cariche del partito (ma anche alla cura dei loro appartamenti o dacie).
All'inizio del 1952 l'ente annoverava 14.300 dipendenti e godeva di 672 milioni di rubli di stanziamenti. Nel 1951, spese 80 milioni di rubli per le case dei 14 dirigenti sovietici più importanti. Per gli alloggi di Stalin, nel 1951, furono erogati 26 milioni e 300 mila rubli. Nel 1951 il compenso medio per i membri della scorta di Stalin era di 5300 rubli al mese, in un'epoca in cui la retribuzione media mensile di un lavoratore in Unione sovietica era di 660 rubli (reddito medio pro capite di un bracciante di fattoria collettiva: 90 rubli).
I compensi degli scrittori sovietici che facevano parte della nomenklatura raggiungevano le centinaia di migliaia di rubli, in certi casi il reddito annuo poteva arrivare a 2 milioni, cifra migliaia di volte superiore al reddito di un contadino. Ecco come la cultura era tenuta da conto...
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