La «ribalta» di Charlot splende anche a teatro

Applaudiamo l'iniziativa del teatro Quirino di Roma che in un momento di revival come questo rivolge un commosso omaggio a Chaplin, il genio dello spettacolo che ha elevato la maschera del clown a immagine del mondo. Tanto che ci si chiede come mai non siano ancora stati messi in scena l'universo pirotecnico del Circo o la grande satira dell'alienazione, asse portante di Tempi moderni. Accontentiamoci intanto della bella idea di aver trasposto in teatro il romantico script di Luci della ribalta, ovvero la summa del pensiero romantico-esistenziale del più grande poeta che il cinema ci abbia donato. La regia di Giuseppe Emiliani si rifà con eleganza al mito del vecchio feuilleton fin dalla prima scena dello spettacolo, quando nello squallido abituro che ospita i due reietti dalla vita, il testimone di un mondo scomparso come il vecchio Calvero e Terry, l'esile fanciulla danzante che sogna l'apoteosi dell'arte, si incontrano. O meglio si scontrano quando si trovano alle soglie della dissoluzione, con lui che, esule dal palcoscenico, sta per rinunciare alla vita, mentre anche lei, disperata, vuole por fine ai propri giorni. Naturalmente Calvero nella sua ultima esibizione riacquista il favore del pubblico prima di accomiatarsi dal mondo, accompagnando sulla via della gloria la sua protetta. In questo spettacolo crepuscolare gli attori sono i grandi officianti del piccolo rito di sala.

Che, accanto al mestiere consumato di Antonio Salines e alla elegiaca presenza di Marianella Bargilli, annovera la verve di Renata Zamengo, la quale collega i due mondi dei protagonisti con un'impressionante carica di ironia.

LUCI DELLA RIBALTA - Roma, teatro Quirino.

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