Diego Abatantuono si racconta e svela alcuni retroscena sul suo passato. In una lunga intervista al Corriere, l'attore parla del momento più difficile della sua carriera in cui ha trovato la forza per rinascere e per avere una seconda vita professionale. "Un manager serio, dopo il primo incasso da sette miliardi, m'avrebbe detto Stai fermo un anno. Invece, io fui spremuto, il terrunciello si esaurì e il mio manager fece sparire i soldi messi da parte per le tasse", spiega Abatantuono. Poi ricorda i suoi 25 anni: "Non sapevo nulla di quel mondo - confessa amaro Abatantuono -. A venticinque anni, credevo di essere diventato ricco. L'ultima estate fu bellissima. Avevo affittato una villa in Sardegna, invitato gli amici. Arrivò Robert De Niro: stava a Roma su un set e aveva chiesto alla produzione un posto per le vacanze dove nessuno se lo filasse. Infatti, noi non parlavamo la lingua e stavamo sempre a cantare per conto nostro". Poi parla dei soldi e qui da sfogo alla sua amarezza: "Per pagare i buffi, dovetti fare serate su serate. Mi faceva da road manager Maurizio Totti. Poi, io lui e Gabriele Salvatores fondammo la Colorado, che è diventata una società di produzione importante.
Nel periodo nero, dicevo, ma tanto per dire: ci vorrebbe che mi chiamasse Pupi Avati". Il desiderio si avvera e arriva la telefonata: "Feci Regalo di Natale e vinsi il Nastro D'Argento. Poi mi vollero Luigi Comencini, Giuseppe Bertolucci, Carlo Mazzacurati...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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