Le sale si rilanciano con la nomade da Oscar

Dopo l'aperitivo dei primi giorni di questa settimana, i cinema provano a battere un colpo lanciando nelle sale molti dei film che sono transitati nella notte (noiosa) degli Oscar

Le sale si rilanciano con la nomade da Oscar

Dopo l'aperitivo dei primi giorni di questa settimana, i cinema provano a battere un colpo lanciando nelle sale molti dei film che sono transitati nella notte (noiosa) degli Oscar. A partire da oggi (e da domani su Star, all'interno di Disney+), dal trionfatore Nomadland, tre statuette vinte nei premi più importanti, ovvero Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice Protagonista. Del resto, dopo la vittoria a Venezia e ai Golden Globe, il «triplete» era abbastanza pronosticabile. Che poi questo sia stato, realmente, il più bel lungometraggio del 2020 è un altro paio di maniche. Quando The Father sarà visibile anche in Italia, capirete il perché. La regia scolastica di Chloé Zhao, cinese cresciuta negli Usa che ha prevalso con questo film paradossalmente anti americano, è la perfetta sintesi di cosa siano diventati, oggi come oggi, gli Oscar, ovvero un compromesso tra meritocrazia e «mainstream». Più giusto, invece, aver premiato Frances McDormand che, insieme alla sceneggiatura, è la vera anima di questo road movie. Siamo ad Empire, nel Nevada. È il 1988 e la fabbrica in cui Fern (la McDormand) e il marito hanno lavorato per una vita intera ha chiuso, lasciando tutti a casa, senza un soldo. Rimasta vedova, Fern abbandona tutto e trasferisce le poche cose materiali che contano in un van dove dorme, spostandosi tra un parcheggio e l'altro. Fa qualche lavoretto saltuario, ma non ha diritto a sussidi e la sua età le impedisce di poter riciclarsi in qualcosa di duraturo. Non è una nomade per scelta, ma si ritrova, smarrita nell'anima, girando nei grandi spazi americani a interagire con altri emarginati, prendendosi cura di cose e persone incontrate, incapace, però, di lasciarsi andare del tutto ai sentimenti e di mettere radici.

Riuscirà a lasciarsi il passato alle spalle? Il tema del lavoro e molto più è al centro di questa vicenda che è un atto di accusa all'America (di Trump), raccontando l'anima di un Paese impaurito dalla crisi economica che cerca di reagire percorrendo, fiducioso, quelle lunghe strade, sempre diritte, alla ricerca di un nuovo sogno americano. Con una regia che grida vendetta.

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