Salvare la cultura ci salverà

L'anima d'Italia non è proprietà della vulgata partigiana postbellica. Non appartiene solo al made in Italy, al cibo degli chef. L'anima d'Italia vive nel genio e nella virtù dei Padri, capaci di offrire una dimensione di dignità etica ed estetica che bucasse le epoche, che glorificasse il significato stesso d'Italia, arrivando fino a noi come eredità per ogni futuro possibile. Non a caso ciò che abbiamo in dote viene così identificato: patrimonio. La ricchezza si può gestire, si può sperperare; si può ignorare. Nel silenzio. Così come accade per le terme di Corallo o per il Castello di Sammezzano. Per il Castello Alfonsino di Brindisi o per le terme di Petriolo, frequentate dai Medici, a rischio crollo. Palazzi, acquedotti, chiese. Fontane e fortezze. In ogni torre medievale a pezzi, in ogni affresco che si sgretola; nei rovi, nelle siringhe e nella spazzatura, si ammutolisce la lingua che parla di noi. Patrimonio stuprato. Per forza della crisi o delle scuse. Il regno del progresso ha male alla memoria, è allergico all'identità.

IlGiornaleOFF lancia l'iniziativa: «Sos Beni Culturali». Inviate a culturaidentita@gmail.com le foto dell'abbandono, dell'incuria, del degrado dei beni culturali della vostra città. Daremo voce alla denuncia. La prossimità salverà dal declino?

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