Vincent Van Gogh è un mito, non solo dell'arte, la sua biografia quasi ne trascende l'opera. E come una star, ogni notizia che lo riguarda è uno scoop. Tale è infatti l'esposizione, da oggi al museo eponimo di Amsterdam, di un suo disegno ritrovato e autenticato dallo staff curatoriale della prestigiosa istituzione olandese. Uno Studio di un logorato, questo il titolo scelto, cioè lo studio di un vecchio operaio seduto su una sedia con la testa fra le mani. Una composizione giovanile che servì al pittore probabilmente come versione princeps di un disegno conservato sempre nella collezione del museo, entrambi studi di un'opera più importante e mondialmente conosciuta. Lo schizzo appartiene a una famiglia olandese ed è la prima volta che viene mostrato, fino al 22 gennaio 2022, quando tornerà dai suoi proprietari.
In termini tecnici e materiali, nel piccolo disegno si trova tutto ciò che rimanda al Van Gogh giovanile: i tratti di una spessa matita da falegname, carta da acquerello grossolana come supporto e fissaggio con una soluzione di acqua e latte e tracce di danni negli angoli sul retro del disegno, che si possono ricollegare al modo con cui l'artista era solito attaccare i fogli di carta al suo tavolo da disegno usando borre di amido.
Il bozzetto rimanda con precisione al Vecchio che soffre, straordinario dipinto della maturità, eseguito pochi mesi prima di morire all'età di soli 37 anni, in cui l'artista coglie perfettamente la tribolazione e la solitudine di un uomo in un dato istante: non è un caso che sulla pittura di Van Gogh si esercitò a lungo il filosofo Martin Heidegger quando dovette spiegare il perché dell'opera d'arte, cioè la capacità del pittore di mostrare le cose come neppure le cose sapevano d'essere e in questo modo centrandone l'assoluta verità.
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