«Non chiamiamolo reality, chiamiamolo talent» è la prima cosa che mi dice uno dei concorrenti selezionati per Masterpiece, il nuovo programma stile X Factor pensato per aspiranti scrittori (su Raitre dal 17 novembre). Primo premio, pubblicazione con Bompiani con tiratura record: 100mila copie. A contenderselo sono in molti, convinti di avere quel quid, quel fattore x del talento letterario, almeno a giudicare dalla pagina Facebook in cui sfogano la loro frustrazione.
Il «mio» concorrente non può rivelare il suo nome. Così gli hanno detto gli autori del programma. Ma lui freme, naturalmente. Ha 50 anni, un lavoro che non lo appaga e il sogno nel cassetto, rispolverato insieme a penna e calamaio, di fare lo scrittore. Perché quello di diventare scrittori, anche se oggi scriviamo con notebook, netbook, iPad o perfino iPhone, è prima di tutto un sogno romantico. Ed è paradossale che questo romanticismo, di cui evidentemente tutti gli aspiranti sono dotati, sia proprio l'aspetto che il programma stesso mette più in crisi.
George (nome di fantasia) mi racconta del suo provino a Roma, in sede Rai, il 13 di settembre. In tutto sono state provinate circa 500 persone dal totale di 4919 romanzi inviati. «A X Factor», dice, «erano 60.000. È vero che c'è troppa gente che scrive. Ma c'è molta più gente che canta».
George, arrivato presto agli studi, ha visto formarsi la coda di aspiranti col manoscritto sotto braccio, di cui molti finiti un giorno prima delle selezioni o scritti apposta, sbiancare, farsi schedare da una foto e confessare se stessi in una stanzetta davanti a una telecamera.
Cinque minuti. Per dimostrare di essere uno scrittore.
A quel punto a qualcuno veniva detta la classica frase con cui ci si libera dagli importuni: «le faremo sapere», e il romanzo veniva posato su una pila di rifiuti. Ad altri veniva chiesto di riraccontare tutto davanti ai veri autori del programma. «Chissà chi diavolo erano i primi addetti?».
A metà novembre partiranno le eliminatorie, in seconda serata. Da lì si capirà chi andrà al serale di febbraio. «Quello che più mi preoccupa è il regolamento», dice George, «Sai, durante i provini ho sentito una tipa cantare ». Si trattava di una ventenne con un romanzo horror fantasy. «Ero in coda con un coatto romano preoccupato di perdere i biglietti per il derby: Sarebbe er primo che sarto dar 73, ma c'ho sto romanzo intimista e decadente che ».
Che? «Poi mi hanno chiamato. Spero lo abbiano selezionato. Altrimenti non saprò mai di cosa parlava».
Un altro, aggiunge, era un grande ammiratore di Chandler. «La sinossi del suo romanzo era: Un commissario di polizia e un investigatore verranno posti di fronte a scelte drammatiche più grandi di loro. Fine».
Sempre meglio che: «L'unicità di un libro unico. Probabilmente sarete gli unici a leggerlo. Gli unici a possederlo» e dell'agghiacciante: «Un romanzo narrato direttamente dal pene del protagonista», due tra le quarte di copertina postate su Facebook.
Finalmente sono stati rivelati i componenti della giuria: Andrea De Carlo, Giancarlo De Cataldo e, a sorpresa, Taiye Selasi. Come si rumoreggiava Masterpiece non avrà un vero e proprio conduttore, ma un «tutor». E sarà Massimo Coppola, di Isbn edizioni, ex volto di MTV. E se ancora non si sa niente dei selezionati, schivi come i vincitori del superenalotto, si indignano i primi caduti: «Come è possibile», si interroga un utente, «che con il mio Ossimori viventi non mi abbiano nemmeno invitato ai provini?».
In effetti, come per gli altri talent, potrebbero essere proprio le selezioni la fase più interessante, magari da raccogliere in un Mai dire Masterpiece.
Nel frattempo, tra gli addetti ai lavori, serpeggia la voce che tanto non lo guarderà nessuno. Possibile. Sicuramente lo guarderanno tutti i rosiconi e gli insospettabili che dileggiano la tv e che farebbero carte false per andarci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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