Sfera Ebbasta su Corinaldo: "Quello che potevo fare l’ho fatto privatamente"

Il trapper, durante la presentazione di “X-Factor” di cui è giudice, torna sulla tragedia in cui morirono cinque giovanissimi e una madre 39enne nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi

Sfera Ebbasta su Corinaldo: "Quello che potevo fare l’ho fatto privatamente"

Sfera Ebbasta torna a parlare della tragedia di Corinaldo, la strage avvenuta nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi alla discoteca Lanterna Azzurra, in cui morirono cinque giovanissimi e una madre 39enne. Il trapper, nuovo giudice del talent X-Factor, non ha responsabilità sulla sicurezza del locale ma è intervenuto in merito alla questione durante la presentazione del programma, al via dal 12 settembre con la tredicesima edizione su Sky.

Dopo aver smentito l’incontro con gli indagati della “banda dello spray” il giorno stesso dell’incidente, il cantante è stato spesso criticato dai familiari delle vittime per certi suoi post sui social.

Sfera Ebbasta: “Corinaldo? Quello che potevo fare l’ho fatto”

Come ho già detto, questa situazione è stata veramente tragica – ha detto Sfera ai microfoni del Corriere della Serae veramente difficile da gestire. Tutto quello che avevo la facoltà di poter dire e poter fare l’ho fatto privatamente, non sui social. Tutto quello che è stato visto sui social era a prescindere da questa tragedia. Penso che determinate cose vadano vissute privatamente e vada divisa quella che è la tua vita da artista da quella che è la tua vita personale”.

Dopo che è stato diffuso il video in cui Sfera Ebbasta sarebbe stato affiancato in un autogrill da uno dei giovani indagati di ritorno dalla Lanterna Azzurra, il trapper ha zittito le critiche in una discussa storia sul suo profilo Instagram.

Incontro migliaia di persone ogni giorno che mi chiedono una foto – ha scritto il cantante –, l’idea di aver incontrato anche uno di quei pezzi di merda mi fa davvero schifo, tanto quanto la disinformazione che viene fatta in questo

Paese. Hanno provato e proveranno ad infangare il mio nome ma la cosa non mi disturba perché la soddisfazione di sapere che quei mezzi uomini (se così si possono definire) sono stati presi è l’unica cosa importante”.

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