Lo show kolossal di Elisa. "Le mie due anime sul palco"

All'Arena di Verona debutta il tour di un'artista che resta "contemporanea" anche dopo 25 anni di carriera

Lo show kolossal di Elisa. "Le mie due anime sul palco"

Allora c'è davvero un «effetto Benjamin Button» nella carriera di Elisa. Più trascorre il tempo e più ringiovanisce. «Ascolto tantissima musica, specialmente quella nuova e cerco di intercettare le wave nelle diverse parti del mondo, che per me sono un'iniezione di vita», spiega lei dopo il primo dei concerti all'Arena di Verona (stasera e domani gli altri due) che sono inseriti nell'Heroes Festival 2022 del quale è direttore artistico. «È il progetto più ambizioso che abbia mai realizzato», aveva detto l'altro ieri: «In questo Festival abbiamo abolito la plastica, il merchandising è ecocompatibile e la scenografia ecosostenibile. Per me questo è un altro modo di fare musica e di abitare il pianeta: non si può restare indifferenti». Non a caso, l'Onu l'ha scelta per la Campagna sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e tutto il tour estivo (conclusione a Castiglioncello il 25 agosto) avrà le linee guida del rispetto ambientale: «La colpa non è sempre di qualcun altro, ciascuno di noi ha una propria responsabilità e il potere di innescare un cambiamento».

Ma c'è soprattutto un'altra Elisa, quella che dalla fine degli anni Novanta porta sul palco la propria musica e che ha allargato l'orizzonte anagrafico del pubblico: non solo coetanei ma pure ascoltatori molto più giovani, attirati anche dal continuo «refresh» del repertorio. Tanto per dire, il nuovo singolo che passa in radio, Litoranea, è una rivisitazione del brano pubblicato da poco nel doppio disco Ritorno al futuro/Back to the Future e stavolta interpretato con Matilda De Angelis. Continua evoluzione. E lo confermano anche i pareri sul concerto all'Arena di Verona, che è stato l'anteprima del tour e ha portato in scena pure un'orchestra: «È una specie di kolossal», dice lei precisando che negli altri concerti in giro per l'Italia «non ci seguirà l'orchestra, ma sul palco saremo pur sempre in 11, io, i musicisti e cinque coriste che hanno un effetto poderoso». In ogni caso, l'effetto è quello di «un sound più contemporaneo». E anche riassuntivo.

Elisa ha debuttato nel 1997 cantando solo in inglese. Poi ha vinto il Festival di Sanremo con lo strepitoso brano in italiano Luce (Tramonti a Nord Est) e da allora ha alternato italiano e inglese fino a mescolarli nell'ultimo album. Ora sul palco le due identità hanno praticamente lo stesso peso, si affiancano, forse si esaltano l'un l'altra: «Più che fondersi, direi che le mie due anime convivono. Ci ho pensato anche l'altra sera quando siamo arrivati alla fine del concerto e mi sembrava di essere su di una giostra che si muoveva autonomamente e attraversava tutto il mio modo di intendere la musica». È uno spirito quasi hippy, quello di Elisa, visto come gusto attualissimo di accogliere le novità senza pregiudizi e rimanere fedele alla vocazione di fare musica senza limitarsi a fare la primadonna (non a caso sul palco con lei anche a Verona si alternano tanti ospiti, da Marracash a Elodie e Franco 126 fino, secondo quanto si vocifera, a Gianni Morandi ospite speciale domani sera 31 maggio). «Sono tra le poche artiste in tour questa estate? Sarà una casualità, altre stanno preparando i loro dischi», spiega mentre coordina i due figli: «Non è facile e difatti li porto con me in tour.

Però poi vengono fuori sorprese come quella che mi ha appena fatto Emma. Ha detto che ha un test di matematica e quindi parte per andare a farlo e poi torna domani».

Insomma, musica e vita vera, questo l'elisir di una artista che 25 anni dopo il primo disco sembra ancora una debuttante.

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