Vent'anni, mica ieri. Nel 1997 Niccolò Fabi ha presentato a Sanremo un brano, Capelli, che era tutto per un esordiente, perc hé lo ha lanciatoverso il successo vero. Ma, nello stesso tempo, era anche tutto il contrario di lui: «Sono sempre stato più malinconico intimista che ironico scanzonato», dice oggi pubblicando Diventi inventi, doppio cd che raccoglie, oltre al brano inedito che dà il titolo, alcune sue canzoni interamente risuonate e tante rarità come demo, live e provini. In più, nella versione Deluxe c'è anche un libro intervista e un live registrato durante l'ultimo tour. «Ora questa fase si è conclusa», spiega pacato come al solito.
Ossia, caro Fabi?
«Dopo il concerto del 26 novembre al Palalottomatica di Roma mi prendo un anno sabbatico».
Quindi non si ritira per sempre come è stato scritto qualche tempo fa?
«No, non è vero. Però dopo il periodo della semina è arrivato il momento della raccolta. E mi voglio godere la meravigliosa fase del niente».
Per andare dove?
«Non lo so. Sono arrivato nel punto musicalmente più alto e gratificante della mia avventura, sia per quanto riguarda la qualità delle canzoni che i concerti, mai così affollati».
In Diventi inventi 1997 - 2017 c'è il provino de Il primo della lista.
«Uno dei brani che rappresentano il rapporto controverso che tutti noi abbiamo con il nostro repertorio. Non l'ho pubblicato subito, nonostante poi si sia rivelato migliore di tante canzoni che invece ho pubblicato. Eppure allora non la pensavo così».
Anche il suo primo grande successo Capelli in qualche modo è controverso.
«Ha creato un equivoco molto forte perché non corrispondeva al resto del mio disco d'esordio. Comunque ha modificato profondamente la mia carriera».
Allora sembrava un teen idol con tanto di seguito urlante di ragazzine urlanti.
«L'arrangiamento originale era totalmente diverso e ci fu qualche contrasto nel pubblicare la versione che poi tutti hanno ascoltato. Magari oggi sarei qui allo stesso modo oppure no, chissà».
In tutti questi anni, tra otto dischi solisti e collaborazioni con Daniele Silvestri e Max Gazzè, tra l'impegno per l'Africa e la scomparsa di sua figlia Olivia, lei ha sempre mantenuto un profilo basso, quasi schivo.
«Il problema è che la macchina promozionale mi è sempre stata indigesta. Però, nonostante tutto, non ho mai ricevuto così tante attenzioni e così tante persone ai miei concerti».
In ogni caso, dopo il concerto del 26 lei si prende una lunga vacanza.
«E ho tutto il desiderio di farlo. È proprio il mio corpo che me lo chiede dopo vent'anni nei quali ho speso tutto per la musica»
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