Spettacoli

Non lo diremo a quanti anni è rinato quella notte, perchè detesta dire quanti anni ha questa notte. Questa notte che festeggia (malgrado tutto il resto, con i suoi inviati di allora, con il presidente Fedele Confalonieri, con i vertici dell’azienda) i vent’anni battezzati dalla sua informazione: l’informazione Mediaset tutta. Non diciamo quanti anni aveva allora, però diciamo che quella notte, Emilio Fede, era già alla terza o quarta vita. Dopo la Rai, dopo «sciupone l’africano», dopo il Psdi, dopo la bistecca anabolizzata, dopo l’invenzione di Test che fece un gran rumore, dopo l’abbandono della Rai, dopo l’incontro col Cavaliere. Mentre «fuggiva» dalla propria vita, inciampò nella sua. E sposò così bene la filosofia berlusconiana che scelse perfino Milano 2 per viverci. Milano 2 che più che una sistemazione fatta di appartamenti tranquilli e giardinetti ben curati, era l’affermazione del «Silvio-mondo», era tutto un mondo, in quegli anni, sul quale la Storia chiese di scegliere se salire o meno. Fede salì. Optando per quello che allora contribuì a rendere Berlusconi, Berlusconi. Quello che segnava il suo concetto di «benessere per tutti», quel micromondo fatto di comodità moderne. Il fatto che Fede, quella notte tra i 16 e il 17 gennaio del 1991, si trovasse a casa sua e che casa sua fosse a Milano 2, è fondamentale rispetto a quanto accadde. Fede si trovava a pochi metri dalla redazione del Tg4. E quando scoppiò la guerra del Golfo, il fiuto, unito a una scelta ben più fondante, fecero sì che il direttore segnasse un’epoca. Si catapultò in redazione senza neppure cambiarsi d’abito e accese per primo le telecamere sul cielo infuocato di Bagdad. Però se sotto a quelle immagini, ci fossero stati i commenti di chiunque altro, le cose non sarebbero andate così. Invece c’erano le «didascalie» di Fede... Fu la prova di uno di razza, quella. Indipendentemente da tutto il resto. E da Fede, e da quella notte, scaturirono poi un sacco di altre cose. Arrivarono: il primo tg senza politica di Enrico Mentana (con il sarcarstico Avanzi che veniva sbugiardato sulla terza rete perché si aspettava un notiziario pieno di cose da reclamizzare), il primo faccia a faccia dell’era moderna, sul quale nessuno poteva avere nulla da dire, tra Achille Occhetto e Silvio Berlusconi. E poi, alla rinfusa: l’approfondimento Terra, gli Studio Aperto di Paolo Liguori e poi di Mario Giordano e Claudio Brachino, e oggi di Giovanni Toti... perfino il Moby Dick di Michele Santoro, e i Verissimo di Cristina Parodi, di Paola Perego e di Silvia Toffanin con i «pomeriggi light» senza morti ammazzati, e lo sport, e i Matrix dei Mentana e dei Vinci e i Quartogrado dei Sottile... e chissà cos’altro ancora. Ma se Fede non avessse scelto il «Silvio-mondo», quella notte non ci sarebbe mai stata. Glielo hanno ricordato ieri, Confalonieri e gli altri: Crippa, De Logu...

Regalandogli un orologio d’oro (che è il miglior simbolo fra due che «si amano»), ricordando le «forze del male» contro le quali hanno dovuto combattere dal ’94 ad oggi, sdrammatizzando la bufera che si abbatteva fuori dalla festicciola tra intercettazioni e toto-fidanzate del premier. Ci ha pensato Confalonieri, che è un uomo in grado di pulire tutto ciò che tocca. «La fidanzata di Silvio? Risponderò come Boldi: “Se lo sapessi, lo dissi”...».

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