"Stairway to Heaven" fu un plagio? I Led Zeppelin finiscono in tribunale

L'udienza è fissata per il prossimo 10 maggio a Los Angeles. Ad accusare Robert Plant e Jimmy Page di aver plagiato l'intro di "Stairway to Heaven", ritenuto sospettosamente simile al brano strumentale "Taurus", è stato il bassista degli Spirit, Mark Andes

"Stairway to Heaven" fu un plagio? I Led Zeppelin finiscono in tribunale

La scalinata verso il paradiso dei Led Zeppelin rischia di portare Robert Plant e Jimmy Page dritti all'inferno. I due storici co-fondatori della band, infatti, dovranno comparire in tribunale il prossimo 10 maggio, alla sbarra per un'infamante accusa che gravita attorno al brano “Stairway to Heaven”.

La storia, in realtà, è piuttosto nota, ma mai era arrivata a questo punto. Ad accusare per primo i Led Zeppelin di aver copiato l'arpeggio di chitarra di “Stairway to Heaven”, pubblicata nel 1971, fu il chitarrista e fondatore della rock band statunitense degli Spirit, Randy California, morto il 2 gennaio 1997. Tuttavia, a portare davanti a un giudice di Los Angeles il caso di presunta violazione del copyright, è stato invece nel 2014 il bassista degli Spirit, Mark Andes.

L'accusa è semplice: l'introduzione di “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin avrebbe preso fin troppo spunto dal brano strumentale “Taurus”, pubblicato dagli Spirit nel gennaio del 1968. Esattamente tre anni prima del lancio sul mercato discografico dell'album capolavoro Led Zeppelin IV, disco che conteneva la canzone divenuta probabilmente più famosa di tutto il repertorio di Robert Plant, Jimmy Page e soci.

Spiegando le ragioni della sua decisione, il giudice distrettuale Gary Klausner ha dichiarato: "Benché sia innegabile la progressione cromatica discendente di quattro accordi è uno schema comune che abbonda in campo musicale, le similitudini tra i

due brani trascendono la struttura in sé. Ciò che resta è un giudizio soggettivo riguardo 'la concezione e la percezione' delle due composizioni. Un compito, questo, che è più adatto a una giuria che a un giudice”.

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