I conti della Rai rischiano di non tornare. L'altro giorno, il direttore generale, Mario Orfeo, ha lanciato l'allarme: nel 2018, infatti, il bilancio potrebbe chiudere in rosso, fino a cento milioni di euro e, francamente, come consigliere d'amministrazione, sono molto preoccupato. Abbiamo condotto una lunga battaglia per ridurre l'evasione del canone, inserendolo nella bolletta della luce, ma, tra un anno, potremmo ritrovarci al punto di partenza con un buco spaventoso. Come è possibile tutto ciò? In questi mesi il cda Rai aveva cercato di trovare una soluzione al problema del tetto degli stipendi agli artisti perché, era stato ribadito più volte, non potevamo lasciare alla concorrenza le nostre professionalità migliori. Giusto ma non quando veniamo a scoprire che il Rex di Viale Mazzini sta andando incontro a così gravi passivi di bilancio: sarebbe stato meglio, forse, rinunciare ai «pezzi da novanta» e andare avanti con gli «outsider» che costano meno e magari possono rappresentare anche una novità. C'è stata, pure, una evidente disparità di trattamento. Da una parte, abbiamo, infatti, trattenuto in tutti i modi Fazio - anche se il sottoscritto ha preso in ogni modo le distanze - pagandolo a peso d'oro (a proposito: Fabio non ha neppure risposto alla mia lettera aperta sul Giornale in cui gli chiedevo di autoridursi lo stipendio) mentre, dall'altra, un professionista come Massimo Giletti è stato indotto ad andarsene con la chiusura della sua Arena domenicale. Secondo il direttore generale sarebbe anche stata una questione di risparmio: la trasmissione è costata 5 milioni di euro, ma ha garantito, solo, un incasso pubblicitario di 2,7 milioni. Considerando che il programma è andato in onda, nel corso dell'ultima stagione televisiva, 39 volte (le 37 puntate indicate da Orfeo, più le due di remake con il meglio dell'anno) avrebbe, quindi, portato ad una raccolta pubblicitaria di poco inferiore a 70 mila euro a puntata. Una cifra francamente molto bassa considerando che la media d'ascolto è stata di quasi tre milioni e mezzo di spettatori, con uno share del 20,5% e con picchi di 6 milioni. Non più tardi di un mese fa, Aldo Grasso, che di tv se ne intende, aveva scritto sul Corriere che L'Arena era «una manna per Rai Pubblicità». E allora chi ha ragione? Considerando i tre «break» tradizionali più quello che precedeva l'avvio della trasmissione subito dopo l'edizione del Tg1, vorrei sapere, a questo punto, a quale prezzo venivano venduti i singoli spot durante lo show di Giletti, tanto più che il giornalista torinese è approdato ora a La7 di Urbano Cairo, un manager che non è certo abituato a buttare i soldi dalla finestra.
A questo punto, a prescindere dal suo share, vorrei anche conoscere le previsioni pubblicitarie del prossimo programma di Rai1 di Fazio, tenendo conto che solo lui, lasciando perdere tutte le altre spese, verrà pagato 2,8 milioni l'anno - 11,2 milioni in quattro anni - cioè più della metà di quanto la Rai ha dovuto sborsare complessivamente per tutta la stagione scorsa dell'Arena. Alla faccia del risparmio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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