In poco più di dieci anni TivuSat, la piattaforma satellitare gratuita italiana, ha raggiunto quota 4.402.000 smart card attivate dagli utenti. L'Auditel stima che siano oltre 2.780.000 famiglie attive. «Quelli che a noi risultano come utenti nominativi sono leggermente superiori: 2.820.000 famiglie», ha spiegato Luca Balestrieri, che insegna economia e gestione dei media all'università Luiss di Roma. Per lui un lungo curriculum in Rai per la quale è consigliere delegato in TivuSat (di cui può essere considerato uno dei padri fondatori). In pochissimo tempo, TivuSat è diventata una realtà davvero determinante nell'universo televisivo italiano: «La mission di TivuSat, ovvero garantire la visione della televisione in chiaro al 100% della popolazione e raggiungere tutto il territorio nazionale, resta la stessa. Ma la mission ora si è arricchita», chiarisce Balestrieri che subito si spiega alla perfezione: «Se prima si doveva essere complementari al digitale terrestre, ora ci sarà bisogno di esserlo anche rispetto alla tv trasmessa tramite internet. Insomma, il punto di partenza non è cambiato. Solo il satellite può garantire il raggiungimento di tutta la popolazione italiana. Il satellite è una componente essenziale dell'infrastruttura distributiva del nostro Paese e lo sarà ancora per molti anni. E il satellite di TivuSat è anche sinonimo di una qualità televisiva che nella tv in chiaro ad oggi nessuno può garantire».
Non a caso, su circa 160 canali nel «pacchetto» di TivuSat ben 60 sono in Hd, mentre nel digitale terrestre non sono neanche dieci. A fare la differenza è un dettaglio tecnico non da poco: la piattaforma non ha un problema di saturazione della banda. Quindi il miglioramento dell'alta qualità audio e video resta ancora uno degli obiettivi futuri di TivuSat. E poi c'è il 4K: «Il consumatore - continua Balestrieri - si porta a casa uno schermo con un numero di pollici molto elevato, lo mette in salone, poi cerca contenuti in 4K e non ne trova. Ad oggi li trova solo su TivuSat con un bouquet di sette canali destinato naturalmente a crescere».
Il professore ha pubblicato il suo ultimo libro intitolato Le piattaforme mondo. L'egemonia dei nuovi signori dei media (edizioni Luiss University Press) nel quale scrive di ibridazione culturale, ristrutturazione dell'industria dei media e di guerre dello streaming.
«Sono convinto che gli Anni Venti saranno gli anni del grande switch, in cui la distribuzione dei contenuti tv avverrà prevalentemente attraverso il protocollo Ip. Il mix delle piattaforme cambia. Ma il binomio satellite-Ip offre una complementarità. Il satellite, ripeto, mantiene e manterrà il proprio ruolo».
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