Tutta la luce di Sorolla che dipingeva la Spagna fatta di mare e sole

In mostra a Milano le opere del valenciano che imparò dagli impressionisti a Parigi

Tutta la luce di Sorolla che dipingeva la Spagna fatta di mare e sole

Si inaugura il 25 febbraio al Palazzo Reale di Milano la mostra Joaquín Sorolla. Pittore di luce, dedicata al grande pittore spagnolo che giunge poco più che ventenne a Roma tappa obbligata per ogni artista dell'epoca , e in seguito soggiorna per un anno ad Assisi, realizzando una serie di disegni, tra cui ricordiamo il quadro Contadina di Assisi, che ritrae una giovane donna dallo sguardo lontano, assente, rappresentata dalla bidimensionalità del colore rosso e bianco che si riverbera sfumato nel luccichio cromatico del prato intorno. Il pittore partecipa anche alla Biennale di Venezia come pure all'Esposizione internazionale di Roma del 1911.

Nato a Valencia nel 1863 e morto a Madrid nel 1923, Sorolla è il maggiore rappresentante dell'impressionismo spagnolo, il grande interprete della scuola levantino-andalusa, la España blanca, che ama l'azzurro del Mediterraneo, la brezza del mare, la spiaggia con suoi bagnanti: la Spagna della vita e della giovinezza, quella che Miguel de Unamuno chiama pagana, poiché «vuole vivere e non pensare alla morte», in contrasto con l'altra, la España negra, interessata a restituire una visione tradizionale, sobria e pura, rappresentata dagli autori castigliani e baschi.

Due estetiche antinomiche ma complementari che coinvolgono i maggiori rappresentanti della cultura nazionale: soprattutto artisti e letterati tra cui, grande interprete della scuola levantina, il noto scrittore Blasco Ibáñez, autore del bestseller I quattro cavalieri dell'Apocalisse (poi portato sullo schermo con la presenza di Rodolfo Valentino). Alla España blanca guarda Juan Ramón Jiménez, futuro Premio Nobel della letteratura, grande ammiratore di Sorolla che lascia due suoi ritratti. Dopo aver visitato lo studio del pittore a Madrid, il poeta resta ammaliato dalla bellezza della sua pittura: «Quando si entra nello studio di Joaquín Sorolla scrive sembra di andare incontro al mare e al cielo; non è una porta che si chiude dietro di noi; è una porta che apre al mezzogiorno. Io davanti alla pittura di questo gioioso levantino provo un'emozione senza pensieri, muta, sorda, piena di un pomeriggio in campagna».

Il giudizio entusiasta di Juan Ramón contrasta con quello di Unamuno, di cui pure il pittore di Valencia lascia uno splendido ritratto. Lo scrittore basco, come è noto, predilige l'archetipo della Spagna tradizionale e tragica, espressione di un cattolicesimo austero, che trova nella figura del Cristo tetro e livido, sanguinante sulla croce, l'immagine più autentica e amata: la stessa che rappresenta il pittore Ignacio Zuloaga o che dipinge e descrive José Gutiérrez Solana. Sorolla, al contrario, oppone alle forme del cupo realismo della scuola castigliana una rappresentazione viva e luminosa della realtà e della natura, liberandole dalle incrostazioni folcloristiche (sebbene non manchino motivi pittoreschi come nei quadri La gitana e Tipi di Alcarria); soprattutto propone realtà reinventate grazie a una diversa sensibilità che attinge alla corrente dell'impressionismo, conosciuta durante il suo primo soggiorno a Parigi. Diversa è anche la resa realistica della cronaca e dei grandi avvenimenti che hanno segnato la storia spagnola, come avviene nella grande tela Due maggio, eseguita da Sorolla nel 1884 a soli 21 anni, dove l'alta drammaticità dell'evento è data dall'intenso cromatismo che esalta l'atto eroico del protagonista dell'insurrezione contro gli invasori francesi. Più avanti, pur mantenendo fede alla sua estetica impressionista, la sua pittura si allontana dal tratto precedente per assumere, nel quadro rappresentativo di figure concrete, una irradiazione velata ed espansa creata dalla luce che, mentre mantiene vive le figure reali, le restituisce attraverso una fonte interna, un'emanazione luminosa che trasforma lievemente la sostanza e le forme oggettive, dotandole di iridescenze e valori spirituali. Insomma, il verismo della scena diventa in Sorolla percezione, sostanza di fatti e personaggi reinventati nella tavolozza. L'artista mostra anche interesse per il tema sociale, come vediamo nell'olio La tratta di bianche. Il quadro presenta giovani donne dal volto vergineo, coperte da panni colorati, che dormono ignare all'interno di un treno in viaggio, accanto a una mezzana vestita di nero che le conduce alla prostituzione, dove il contrasto dei colori risolve in chiave simbolica l'etica del motivo.

Sorolla è il pittore dell'istantanea che guarda alla tecnica della fotografia; capta il presente e lo trasforma nella scia luminosa di un flusso esistenziale che è proiezione di un ideale positivo di vita. Quadri come Cucendo la vela, Uscendo dal bagno, Passeggiata sulla riva del mare, Dopo il bagno o La vestaglia rosa e, ancora, le tante e variate marine con bagnanti, scorci di giardini, cortili chiusi in un tripudio di luce traducono un nuovo concetto di spazialità che prende forma e diventa immagine visionaria nella tavolozza del pittore. Un'ariosità senza confini, un dinamismo presente fin dai titoli al gerundio e i tanti colori intensi, abbaglianti, vogliono annullare il tedio quotidiano insieme al dolore e alla morte, ed esaltare i momenti gioiosi della vita. L'artista è attento a restituire l'elemento visivo come dichiara in una lettera alla moglie Clotilde, a cui scrive: «Io dipingo sempre con gli occhi».

Tutto questo e altro può ammirare il visitatore della mostra milanese dedicata a Sorolla, e ancora scoprire come il ritratto di un personaggio comprende anche il suo mondo interiore. Accade nel quadro dedicato a Unamuno che raffigura lo scrittore in piedi, in diagonale, le mani nelle tasche, in un atteggiamento pensoso, persino arrogante.

La figura è ben tracciata e visibile nelle veloci pennellate cromatiche che avvolgono l'immagine ma al contempo alludono ad altre possibili verità poiché di certo, nella pittura di Sorolla, il dato veristico è meno sicuro di quello intuito e proposto attraverso il colore e la calda vibrazione della luce che tutto avvolge, copre e sospende.

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