It's a Sin, il dramma dell'Aids fra i giovani

Londra, gli anni '80 e la diffusione dell'AIDS. Tutto questo e altro ancora in It's a Sin, serie tv di grande successo

It's a Sin, il dramma dell'Aids fra i giovani

Provocatorio ma drammaticamente reale. Così si presenta la serie tv inglese dal titolo It’s a Sin. Creata e prodotta da Russell T. Davis, sceneggiatore britannico celebre per Queer as Folk, Doctor Who e Torchwood, la miniserie composta da cinque episodi da un’ora ciascuno è stata trasmessa in Inghilterra nel gennaio del 2021, riscuotendo un buon consenso da parte del pubblico (sfiorando i 6 milioni di telespettatori). Ora si affaccia anche qui in Italia grazie a StarzPlay. Il nuovo colosso dello streaming a pagamento, da poco visibile nel nostro Paese, dal primo giugno – con un episodio ogni domenica – propone la storia emozionante di un gruppo di giovani che scopre l’amore e l’amicizia durante la diffusione dell’AIDS nel corso degli anni ’80.

La trama della serie tv

Drama generazionale ma anche abile ricostruzione storica, It’s a Sin – che tradotto alla lettera sta a significare "Questo è peccato" – promette di affrontare di petto la vita nella Londra del 1981, raccontando comel' AIDS (da tutti etichettata come il cancro degli omosessuali) ha stravolto la vita di un’intera generazione. Infatti, al centro della vicenda ci sono le storie di Ritchie (Olly Alexander), Roscoe (Omari Douglas), Colin (Callum Scott Howells), Jill (Lydia West), Ash (Nathaniel Curtis) e Henry (Neil Patrick Harris) che si muovono in una città piena di opportunità ma vicina a un momento storico che stravolgerà la vita di tutti. It’s a Sin attraversa un intero decennio raccontando gli amori, i tradimenti, le vittorie e le sconfitte di un gruppo di giovani alle prese con un puzzle chiamato vita. Lo spettro della malattia che serpeggia in una società che non guarda ben volentieri al “diverso” mette in serio pericolo i sogni e le aspirazioni dei protagonisti.

Un viaggio nella Londra degli anni '80

It’s a Sin, con pugno fermo, racconta quel periodo così florido per la moda, la musica e la cultura, illustrando anche i pericoli della malattia, che ha distrutto tutto ciò che ha trovato sul proprio cammino. La serie parla con il cuore e lo fa attraverso gli occhi della giovane Jill, una donna che lotta contro gli orrori dell’epidemia, il rifiuto e i pregiudizi. Questa non è solo fiction ma è una serie che ricorda "i ragazzi che abbiamo perso e che celebra quelle vite che hanno vissuto con tanta intensità". Il titolo non è stato scelto a caso. All’inizio doveva essere The Boys, poi è stato cambiato in It’s a Sin, facendo riferimento a una celebre canzone dei Pet Shop Boys.

E, soprattutto, è stato cambiato in corso d’opera per non creare confusione con una serie omonima già presente sul catalogo di Amazon Prime. Uno dei protagonista è anche cantante e fa parte dei Years & Years che, per l’occasione, ha pubblicato una cover di It’s a Sin.

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