A Verona scarsi applausi per «Riccardo II»

Torna un capolavoro come Riccardo II, un classico da noi poco frequentato. Stavolta lo spettacolo è diretto da un altro regista tedesco, Peter Stein. Che tuttavia sembra più inte- ressato a dirigere il cast degli attori che ad una ridefinizione di ciò che si agita sotto la superfice del capolavoro del Bardo. Stein colloca sullo sfondo di un quadrilatero un funereo parallelepipedo che evoca l'eterno dissidio, sempre presente nel gioco del potere, che è uno dei leit motive della sua poetica. Mentre sembra citare a piene mani quel che raccomandava Genet quando nel Balcone rizzava i dolenti spauracchi dei fantocci del potere, tra i quali quì non può che svettare la dolente raffigurazione del protagonista. Affidato a un'attrice come Maddalena Crippa, operazione legittima dato che è già stata tentata in precedenza in uno spettacolo di Deborah Warner. Mentre in Stein dà luogo a una serie di handicap che rimangono ahimé irrisolti. Il perché è presto detto, dal momento che la personalità del re, che sarà orribilmente trucidato, non obbedisce a nessun canone prestabilito. Nessuno infatti si è mai domandato in cosa consista la sua tragedia, al di là dell'acceso lirismo delle sue battute, dato che sembra essere vittima dei suoi tormenti adolescenziali.

Resta la bella prova di alcuni attori, Paolo Graziosi, Graziano Piazza e Gianluigi Fogaci mentre per la Crippa, pur animata da buona volontà, si segnala una battuta d'arresto. Spettacolo troppo lungo coronato da scarsi applausi.

RICCARDO II - Verona, Teatro Romano.

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