Vittorio Vaccaro: "Per me cucinare è una forma d'arte, come recitare"

Artista eclettico si divide tra spot e opinioni in tv, concerti jazz e un nuovo programma ai fornelli

Vittorio Vaccaro: "Per me cucinare è una forma d'arte, come recitare"

Sulla carta d'identità, alla voce professione, c'è scritto artista, ma di Vittorio Vaccaro, 42 anni, si dovrebbe scrivere: attore, musicista, cantante, opinionista e anche chef. Siciliano d'origine - ma vive tra Lodi e Milano - Vaccaro fa parte del cast fisso di Forum con Barbara Palombelli, sulle reti Mediaset, e si sta preparando per la conduzione di un nuovo programma per Discovery, dove darà prova di abilità ai fornelli. Nuove avventure che si affiancano a un'esperienza consolidata negli anni. In passato si è fatto apprezzare, tra le altre cose, nella fiction Squadra Antimafia 4, nelle sit-com Piloti, Il mio amico Babbo Natale, La Strana Coppia, Camera Café e in numerosi corti indipendenti. È stato, inoltre, protagonista del lungometraggio Nato a Xibet per la regia di Rosario Neri produzione Lorebea Film, selezionato al premio David di Donatello 2020. "Sono cresciuto tra i profumi del ristorante dei miei genitori a Calascibetta e per me cucinare è una forma da arte, come recitare".

Di cosa si occupa a Forum?

"Faccio l'opinionista. Ogni lunedì, do il mio parere sulle storie protagoniste nella trasmissione. È una cosa che mi piace, perché sono storie di vita vissuta e raccontano la verità di fatti in cui tutti possiamo in qualche modo ritrovarci. A volte ci sono temi importanti che fanno riflettere come quello del gender fluid. Mi viene in mente il caso di una donna che è diventata un uomo e di un uomo che è diventato una donna: i due si sono incontrati durante questo percorso di cambiamento e sono diventati una coppia, con i genitori a domandarsi e a discutere se davvero fossero innamorati".

Tornerà anche a settembre?

"Mi piacerebbe tornare. La Palombelli è una persona deliziosa e molto attenta e quindi ritornare in una nuova stagione sarebbe bello. C'è un bel clima di complicità sia con la troupe che con gli autori e fa bene lavorare in un ambiente capace di accoglierti".

Gira molti spot pubblicitari televisivi, quello che le è rimasto più a cuore e perché?

"A me divertono tutti, perché credo che lo spot sia una sintesi di un racconto che si fa in trenta secondi. A volte con una sola battuta puoi raccontare un mondo. Uno mi è rimasto nel cuore ed è quello in cui si parlava della rubrica di Fiorello, Edicola Fiore. Interpreto un uomo che arriva a casa dopo una giornata di sfortune, in cui gli portano via pure la macchina, e trova sua moglie a letto con un altro. Lui si gira verso la tv e vede Fiorello che fa una battuta e così si consola guardando il programma e la cosa più buffa è che si siede sul divano con la moglie e il suo amante".

Ha messo in piedi un quintetto di musica anni Ottanta, in estate andrà in tournée?

"Sì il progetto si chiama "Le più belle canzoni di sempre" e volevo fare un tuffo nella musica del passato. Io canto e suono il sax e rivisitiamo alcune delle più belle canzoni italiane tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, da Tenco a Teddy Reno, da Modugno a Vanoni. Iniziamo il 12 maggio al Bonaventura Music Club di Buccinasco in provincia di Milano. Una meravigliosa data perché è un locale dove suonano nomi internazionali del jazz. Poi tra giugno fino ai primi di settembre abbiamo altri appuntamenti nelle piazze, tra Salerno, Bellaria, Pavia, e molte altre".

Suona ma canta pure e compone testi e da poco è uscito il suo primo singolo. A chi è dedicato?

"S'intitola Ultima Luna ed è dedicato alla mia compagna che mi ha reso una persona completa. È stata un'urgenza d'amore quella di potermi cimentare con la scrittura. Parla dell'amore maturo, di un amore che si trova - ed è un tema moderno - dopo una separazione, dopo aver avuto già un'altra donna o un altro uomo, e magari anche dei figli e si ha quasi il timore di non incontrare più nessuno, di essere apprezzati e amati. E invece ci si accorge che la vita ti stupisce e si può incontrare una persona speciale che arriva nel momento giusto. Il testo è stato musicato a quattro mani con Rosario Palmieri, un bravissimo musicista".

vittorio vaccaro

Se tornasse bambino quale sarebbe il profumo della sua infanzia?

"Il profumo che sentivo alle porte dell'estate al mio paese, Calascibetta in Sicilia. In primavera crescono erbe spontanee e quell'odore mi ricorda la mia infanzia spensierata e libera, quando giocavo per strada, o a calcio in cortile. Per me ogni città ha il suo profumo. Anche da grande mi porto dietro questi profumi: quello di Lodi dove ho abitato, quello di Milano dove abito in questo periodo".

Tra le sue passioni c'è anche quella di cucinare, da dove nasce?

"Proprio dalla mia infanzia, dal piccolo laboratorio di un bar che i miei genitori avevano con mio zio. Giocavo sempre per strada ma ogni volta che tornavo nel laboratorio per bere, non mancava un assaggio di qualcosa che i miei parenti stavano preparando. Sono stato sempre un bambino vivace e monello e ricordo che mio padre mi metteva in castigo in un angolo del laboratorio e c'erano sempre i barattoli di cioccolato e io ero con le lacrime - perché mio padre me le dava - bloccato, ma almeno mangiavo la cioccolata mentre guardavo loro cucinare. Da poco, inoltre, sul mio profilo instagram - Vittovaccaro - metto in pratica diverse ricette, da quelle più veloci e replicabili, a quelle più complesse con un occhio all'estetica del piatto".

Se potessimo fare un balzo in avanti di dieci anni: che cosa vorrebbe trovare?

"Vorrei vedere mia figlia Giulia che ha undici anni contenta delle scelte che ha fatto e soprattutto serena. Io vorrei continuare a essere sereno con la mia compagna e con tutto l'entourage di una famiglia allargata e sempre circondato di amici. E, infine, più realizzato nel lavoro".

A cosa sta lavorando per il futuro?

"Tra pochi mesi, anche se ancora non c'è la

data, sarò ideatore e conduttore di una trasmissione per Food Network, di Discovery Italia, ma non posso svelare nemmeno il titolo. Sarò alle prese con i fornelli e racconterò di me come uomo e come artista e come chef".

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