Il giorno dopo Valentino Rossi non è così solo. Certo a Valencia, l'otto di novembre, sarà una corrida, i giornali spagnoli si sono portati avanti con processi sommari. Hanno preparato il terreno per un altro Italia-Spagna infuocato. Ce ne sono stati sottocanestro, a pallone, in vasca con la calottina e restando sulle due ruote nel ciclismo. Con Vale politici e sportivi uniti dall'hashtag #i ostoconvale , l'agenzia di scommesse irlandese che pagherà le scommesse su Rossi «Mondiale» anche se vincerà Lorenzo, vip come il cantante Jovanotti («penalizzazione ingiusta») oltre ai tifosi a suon di petizioni per togliere la sanzione. Ma non si può, partirà dall'ultima fila. Dal Perù, dove è in missione, si è fatto vivo il premier Matteo Renzi con una telefonata a Rossi. E con Vale sta anche il capo dello sport italiano, Giovanni Malagò: «C'è una responsabilità da parte sua, però io lo voglio difendere. Credo si sia falsato il mondiale». Il presidente del Coni dà anche un consiglio: «Deve partecipare per non dare soddisfazione a chi ha creato questi problemi». Già perché domenica Rossi ha anche detto di «non sapere se sarebbe andato in Spagna». Un errore che sembra scongiurato da Lin Jarvis, managing director Yamaha: «Sarà al via a Valencia».
Serve un miracolo, ma il Mondiale non è finito. Infatti la sanzione di partire in fondo alla griglia è la più indolore tra quelle possibili. Lo è di una bandiera nera o di un ride through che lo avrebbe piazzato attorno al settimo posto al traguardo. Tutte pene che gli avrebbero fatto perdere la testa del mondiale, a quel punto davvero compromesso. Anche per questo Lorenzo ha perso il controllo con parole al vetriolo contro Rossi e Direzione corsa. Il maiorchino «voleva» arrivare all'ultimo atto da leader, senza dover aspettare l'aiuto di nessuno. Quel biscotto che i tifosi del Vale temono, vista la nutrita pattuglia spagnola al via, oltre allo smascherato Marquez. Rossi non cerca alleati, vuole che ognuno faccia la sua corsa, come già detto.
Il dottore deve essere più forte di tutto: della voglia di non esserci; del clima ostile, eufemismo, che troverà; di colleghi che aspettano solo di fargli un altro dispetto. Servirà un capolavoro dei suoi, avrà davanti 23 piloti su un circuito tra i meno indicati per i sorpassi. Ma Rossi è l'unico del motomondo in grado di tali imprese a patto che non cada più nella trappola delle provocazioni, che non allarghi la traiettoria come a Sepang, calcio o non calcio a parte, gesto sul quale un video lo scagiona. Insomma che non faccia cose non da lui. Partirà ultimo, nonostante le oltre trenta petizioni per togliere la sanzione, la più «firmata» è inglese, più di duecentomila autografi. A conferma che è un Fenomeno mondiale, ecco perché non sarà solo in uno sport individuale che Marquez ha «trasformato» di squadra, antisportivo anche per la direzione corsa. Certo il campione in carica sarà ancora più avvelenato, scrivono in Spagna apostrofato con un «bastardo» da Rossi, mentre in tv si vede solo un gelido scambio di battute. Ma per dirla con le parole di Biaggi: «Bel successo di Pedrosa, bravo e freddo Lorenzo. Del resto... meglio non parlarne!». Un altro grande del passato, Giacomo Agostini rimprovera il Dottore: «Vale non doveva reagire». Ago non toglie la speranza: «Dura, ma il Mondiale è aperto». Già, si corre su due ruote e in gruppo, quindi sempre in equilibrio precario; poi c'è la variabile pioggia temuta da Lorenzo.
Variabili che Rossi conosce bene. Corsi e ricorsi storici: Valencia 2006, stessa pista e stessa situazione penalità a parte.
A Rossi bastava un secondo posto per essere campione anche con una vittoria di Hayden, steso tra le polemiche nella gara precedente da Pedrosa, altra similitudine con questo mondiale. Ma in Spagna Rossi buttò via il mondiale cadendo da solo. Rossi ha l'occasione per cancellare quella macchia e per scolorire quella di Sepang. Valencia chiama al miracolo. Vale ha la classe per rispondere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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