Il mondo dello sport piange la morte di una fuoriclasse assoluta: la belga Marieke Vervoort, atleta paralimpica che è deceduta ieri in patria ricorrendeo all'eutanasia, pratica legale in Belgio. La 40enne di Diest ha deciso di farla finita, con molto coraggio, per l'aggravarsi delle sue conizioni di salute e ai tempi della medaglia d'oro conquistata ai giochi olimpici di Rio de Janeiro quattro anni fa aveva parlato così della possibilità di ricorrere all'eutanasia: "Mi sto ancora godendo ogni piccolo momento che rimane, perché quando avrò più giorni brutti che belli, allora ho già i miei documenti di eutanasia, ma quel tempo non è ancora arrivato".
Quel tempo, purtroppo per la Vervoort, è arrivato proprio nella giornata di ieri e sui social in tanti hanno voluto rendere omaggio ad una due volte campionessa del mondo del paratriathlon. Marieke aveve scoperto all'età di 14 anni di soffrire di una malattia muscolare degenerativa che le causava un dolore forte e costante, con paralisi delle gambe e negli ultimi tempi con anche diverse crisi epilettiche. La Vervoort ha vinto tre medaglie d'oro ai mondiali paralimpici e quattro medaglie, una d'oro, due d'argento e una di bronzo ai giochi paralimpici di Londra e Rio de Janeiro.
La Vervoort amava lo sport e in tutti questi anni non aveva mai smesso di allenarsi e di praticare le sue passioni come il basket in carrozzina, il nuoto o il triathlon.
Marieke aveva già pronti i documenti per farsi praticare l'eutanasia all'età di 29 anni,dato che li ottenne nel 2008: "L'eutanasia dà una sensazione di riposo alle persone: se non avessi ottenuto quei documenti penso che mi sarei già suicidata. Credetemi, è molto difficile vivere con così tanto dolore e sofferenza e so che quando sarà abbastanza per me, ho quei documenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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