AdL e Lotito, dall'affare tamponi al flop

Il primo sceglie Sergio Conceicao, il secondo con la grana Salernitana

AdL e Lotito, dall'affare tamponi al flop

Hanno cullato a lungo il sogno di un posto in Champions, ma l'obiettivo è sfumato in dirittura d'arrivo. Pur virtuosi nei conti, Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis saranno però ricordati, più che per il flop in campionato, per l'affare tamponi. Il patron della Lazio è ancora a processo - manca l'ultimo grado, quello del Collegio di Garanzia dello Sport, la cui udienza è attesa a fine mese, per ora è stato condannato a 12 mesi di inibizione - come «furbetto» nei test anti-Covid in pieno autunno. Quello del Napoli (colpito dal virus a inizio stagione) qualche settimana prima aveva fatto «saltare» la gara con la Juventus con la sponda della Asl che decise l'isolamento del gruppo squadra azzurro per due casi positivi.

Si ricorderà a lungo il precedente di una partita (appunto Juve-Napoli) di cui è andato in scena prima il ritorno e poi l'andata - gara quest'ultima persa all'inizio a tavolino e, dopo il ricorso vinto (altro precedente creato dalla giustizia sportiva), anche in campo -. E si ricorderà a lungo la guerra a colpi di carte bollate tra Lotito e il presidente del Torino Cairo per la doppia sfida con la Lazio: sullo sfondo sempre il discorso tamponi.

A fine stagione, il loro bilancio è dunque negativo: solo Europa League. Con Lotito alle prese pure con la «grana» Salernitana, l'altro suo club appena sbarcato in A. Un caso di multiproprietà vietato dalle norme Figc. Lotito, che vorrebbe comunque conservare il 51% delle azioni, avrebbe rifiutato l'offerta di 40 milioni di un gruppo straniero. E mentre si parla dell'interesse di Della Valle, Lotito ne chiede 80.

Non avendo firmato il rinnovo con Simone Inzaghi (domani l'incontro decisivo) si è visto poi soffiare da De Laurentiis Sergio Conceicao, in pole per sostituire il Gattuso liquidato molto prima dell'atto finale. E salutato con un tweet «formale» nemmeno un'ora dopo il fatale pari con il Verona.

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