Nel giorno della presa della Bastiglia devono sorbirsi un italiano in maglia gialla. Sono gli scherzi del destino, sono gli scherzi di noi italiani che, quando vengono messi all'angolo, trovano sempre la forza e il modo di fartela pagare. Fabio Aru copre il tricolore con la maglia gialla, la prima della sua carriera. Più i francesi provano a buttarlo giù con accuse di vario tipo e di dubbio gusto (Le Monde, e le sue teorie sulle amicizie pericolose del sardo, ndr), più Fabio si tira su: in classifica.
Da ieri pomeriggio è là in cima, davanti a tutti. Per far saltare il banco gli bastano gli ultimi 300 metri di muro, sul quale il sardo dell'Astana decide di costruire il suo piccolo grande capolavoro. Uno scatto secco, in faccia a Froome e via verso il traguardo. Il britannico in maglia gialla ci resta di sasso. In verità sembra davvero un pugile suonato, che procede a zig zag dopo aver subito un colpo da KO. In 300 metri perde 20.
Fabio non riesce a cogliere la vittoria, perché l'hurrà finale va all'idolo di casa, l'uomo che può far tornare dopo 32 anni da Hinault, il Tour tra le mura di casa: Romain Bardet. Il transalpino batte in volata il colombiano Rigoberto Uran che poi sarà penalizzato di 20 al pari di Bennett per rifornimento irregolare (infrazione che avrebbe commesso anche Bardet, ma inspiegabilmente non rilevata, ndr). Terzo il campione d'Italia, che però riesce a strappare la maglia a Froome, che nelle sue campagne di Francia mai l'aveva persa in salita. Un segnale importate e preoccupante anche questo per il capitano della Sky, che fa ben sperare in Aru.
Al Tour torna a sventolare il tricolore: non succedeva dal 2014, anno di Nibali, che è riuscito a portare la maglia più prestigiosa al mondo fino ai Campi Elisi di Parigi, per l'apoteosi finale. Aru ci proverà, anche se il cammino è ancora lungo e tortuoso. Già oggi si torna a salire, con tre colli di prima categoria, che possono fare malissimo, in una tappa di soli 101 km: da correre davvero tutti d'un fiato.
E poi ci saranno le Alpi, la prossima settimana. La Croce di Ferro e il Galibier mercoledì prossimo; il Vars e l'arrivo su in cima all'Izoard giovedì, prima della crono di Marsiglia sabato che sulla carta dovrebbe sorridere a Froome. Non sarà facile per Aru arrivare a Parigi in giallo, ma è altrettanto vero che non sarà semplice detronizzarlo. Anche ieri il ragazzo dell'Astana ha dimostrato di avere grande lucidità e gambe. L'unico brivido di giornata lo regala un dritto' di Nieve nella discesa del Peyresourde, a 15 chilometri dal traguardo, che fa andare sia Froome che il nostro Fabio in mezzo a un gruppo di campeggiatori.
Lì, dove avrebbe potuto perdere tutto, Fabio costruisce il suo finale d'autore. Quando ti aspetti l'accelerazione di Froome, ecco che il campione d'Italia decide di schizzare via a trecento metri dal traguardo, anticipando di fatto il britannico, che per tutto il giorno aveva imposto con i suoi uomini (superlativi, ndr) una marcia indiavolata.
La cosa bella è che il Froome supportato da una squadra dalla forza titanica, finisce scornato da un ragazzo in maglia tricolore che è costretto a fare quasi tutto da solo, visto che è senza Dario Cataldo, spedito a casa da una caduta (frattura del polso, ndr), e di fatto privo anche di Fuglsang, che paga con un pesante ritardo le due piccole fratture al polso riportate l'altro ieri.Oggi, nel giorno della presa della Bastiglia, Fabio Aru pedalerà in maglia gialla sui Pirenei: quanti francesi saranno costretti a ricorrere al Malox?
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