Un mese o giù di lì per scrivere definitivamente la storia. La bella Atalanta l'ha già scritta in parte negli ultimi otto anni, da quando cioè (era il giugno 2016) arrivò sulla panchina della Dea Gian Piero Gasperini. Il tecnico che incanta, riceve complimenti ma alla fine nessuno vuole. E così è diventato in Europa il quarto allenatore più longevo in un club al pari di Guardiola e dopo Streich del Friburgo (ai saluti dopo 13 anni), Simeone dell'Atletico Madrid e Klopp del Liverpool (anche lui via a fine stagione). Forte di un contratto fino al 2025, potrebbe arrivare a nove annate con i bergamaschi. Roba d'altri tempi nel calcio italiano - Trap con la Juve tagliò il traguardo delle 10 stagioni di fila - che spesso «divora» gli allenatori.
Per Gasp, che vince in media una partita su due, piazzamenti impensabili in una realtà come quella atalantina: il quarto posto del 2017 (quando in Champions andavano le prime tre), i tre terzi posti di fila dal 2019 al 2021, le due finali di Coppa Italia, i due quarti europei e ora la semifinale. Ma alla meravigliosa squadra che ha divertito l'Italia, entusiasmato l'Europa, realizzato imprese sparse (due a Liverpool), ha costruito campioni e poi li ha venduti per inventarsene altri e ha giocato un calcio coinvolgente e trascinante, manca solo una cosa: alzare un trofeo (in bacheca c'è solo la Coppa Italia 1963). E il mese di maggio in arrivo sarà quello dove provare a colmare questo vuoto.
Una finale sicura (quella di Coppa Italia contro la Juventus), una possibile (nel penultimo atto c'è da superare il Marsiglia il 2 e il 9 nella doppia sfida di Europa League, la seconda semifinale della storia della Dea dopo quella in Coppa Coppe del 1988) e un campionato che può regalare anche la qualificazione alla prossima Champions. In totale otto gare, forse nove se arriverà il pass per Dublino. Insomma, un triplete in canna che se conquistato avrebbe il sapore di un'impresa. Senza dimenticare in futuro la partecipazione alla Final Four di Supercoppa Italiana.
Intanto un finale di stagione su tre fronti e un tour de force da giocarsi con almeno 16 titolari e un manipolo di giovani. Il calendario è in via di definizione: nei prossimi due giovedì la doppia sfida europea, lunedì 6 la trasferta in casa della già retrocessa Salernitana, domenica 12 lo scontro diretto (e decisivo) al Gewiss Stadium con la Roma: i giallorossi avevano chiesto il posticipo a lunedì 13, ma non si poteva spostare la finale di Coppa Italia, già programmata il 15 e con una macchina organizzativa partita da qualche giorno con il via alla vendita dei biglietti per le due tifoserie.
Le partite con Lecce e Torino verranno programmate dopo le semifinali europee e poi c'è quel recupero con la Fiorentina che rischia di slittare dopo il campionato se anche i viola dovessero arrivare in fondo nel torneo continentale. Un mese o poco più per scrivere la storia.
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