Pubblico da stadio, serata da rimpianto. Le signore del fioretto anche stavolta rimandano l'appuntamento: niente oro. Dal bronzo di Tokyo siam passati all'argento di Parigi. Saranno più smorfie interiori che sorrisi esteriori. Arianna Errigo l'aveva detto chiaramente, una volta raggiunta la finale e battute le giapponesi, poi finite terze: «Puntiamo in alto». Ed era logico pensarlo da ragazze arrivate in Francia con la scia luminosa di tre anni di successi. Cosa chiedere se non un oro? Se lo aspettavano loro, e tutto l'ambiente. Però stavolta le americane ci hanno messo la coda, diavolesse e conquistatrici di questo giro olimpico: due in finale (Kiefer e Scruggs) per il titolo individuale, e ieri sera il raddoppio con il titolo a squadre. Kiefer assoluta dominatrice, campionessa a Tokyo e Parigi. Le nostre con le ali bagnate e le speranze affossate quando Martina Favaretto si è fatta rosolare tanto da essere sostituita, con la Palumbo, nel terzo assalto personale. Le cose non sono andate meglio, però Stefano Cerioni ci ha provato e alla fine ha detto: «Puntavamo all'oro e ci abbiamo provato fino all'ultimo, ma non siamo riusciti a colmare il gap che si è creato a un certo punto della sfida. Comunque dico brave alle ragazze».
Non è stato un gran mondiale per il Dream team pluridecorato. Volpi ha tenuto botta fin quasi all'ultimo sia nell'individuale sia nella gara a squadre. Favaretto ha rovinato i pronostici che la vedevano in ascesa. Arianna Errigo ha tentato magie, anche nell'ultimo assalto, ma non era annata di magie, nonostante quella scarpa bianca e quella arancione indossate in pedana che dovevano avere un qualcosa di scaramantico.
Per una sera vince il tifo italiano: bello, sonoro, appassionato nel Grand Palais, in diretta per la premier Meloni che non ha avuto il tocco d'oro, com'è capitato con gli altri due successi di giornata per Italia nostra. Le ragazze hanno provato ad aggraziarsi il destino con una Haka folkloristica. Non è bastato. Avevano condotto gare tranquille con Egitto e Giappone. Hanno capito che le americane tenevano pelle dura, ma era prevedibile, fin dal primo assalto dove Errigo ha lasciato una stoccata in più alla Kiefer e non le è bastato cercare soluzione nell'ultimo assalto contro la Kruggs, che le aveva bruciato il cammino nell'individuale con tanto di stoccata sospetta.
Le donne del fioretto ritrovano l'argento a squadre dopo un digiuno durato 36 anni: si torna a Seul '88. Nel mezzo ci sono state quattro medaglie d'oro: Barcellona '92, Atlanta '96, Sidney 2000, Londra 2012, tempi d'oro in ogni senso. Ma ci ricordano che il bronzo è arrivato a Roma '60, Pechino 2008 e Tokyo 2021. Non c'è più la cannibale Vezzali e nemmeno la faccia tosta di Elisa Di Francisco. Talvolta in squadra servono personaggi dirompenti, anche rompenti, che ti danno la scossa. Questo è un gruppo di simpatiche e brave ragazze che sanno vincere, ma quest'anno si sono imbizzarrite davanti all'ostacolo. L'Olimpiade prometteva di più, molto di più. L'argento è la foglia di fico per nascondere prestazioni sotto l'attesa.
Può capitare, e questa è stata probabilmente l'ultima Olimpiade di Arianna Errigo: peccato non averci messo la ciliegina che per lei voleva dire titolo individuale. Ma, suvvia, anche un argento a squadre illumina il pedigrèe.
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