Wes è molto più di un evento mediatico, è una soap sfuggita di mano al regista, un colpo via l’altro, e vista l’audience adesso l’appuntamento è quotidiano.Andrea Stramaccioni ha trovato una soluzione per il tweet postato dall’olandese in cui anticipava la sua esclusione dai convocati: «Ha sbagliato a comunicarlo ma abbiamo già chiarito e questo non influirà su un’eventuale convocazione futura. È stato un equivoco, lui sapeva dell’esclusione ma non sapeva che non poteva dirlo. È robetta,questione di regole interne». Vale poco come spiegazione perché Inter-Neftçi era appena terminata e Strama era molto su di giri e orgoglioso dei suoi ragazzi. Ma se l’allenatore non comunica la lista dei convocati, un tesserato non può far finta di vivere sulla soffitta e diramarla al suo posto. In realtà Wes dentro ha il terremoto, infatti ieri mattina si è infortunato, cioè ha sentito un indurimento, comunque un guaio fisico e magari non gli passa neanche subito.L’Inter ha comunicato che non si è allenato per un affaticamento ai flessori. Deve essere successo tutto nel tratto che va dal parcheggio interno di Appiano allo spogliatoio, saranno una decina di metri buoni, forse ha preso freddo, infatti poi ha seguito un programma di terapie al coperto, ieri mattina ad Appiano ha nevicato.
Che ci sia dietro il Milan anche qui, forse è troppo. Gira la voce che l’olandese pretenda la risoluzione del contratto per filare dritto in via Turati e permettere alla signora Yolanthe di continuare a frequentare gli amici in città. Vuole la risoluzione e la vuole alle condizioni più favorevoli, per esempio cartellino in mano con una buonuscita che gli consentirebbe di abbassare la cifra del suo ingaggio, sei netti più bonus a stagione, senza rimetterci un cent. Il fatto che sia una pista calda è confermato dalle dichiarazioni del suo entourage che parla di United, Madrid e Barcellona, senza mai menzionare il Milan.
Di sicuro c’è che Wes è il capo di tutti gli scontenti, storie patetiche con protagonisti miliardari, ma sotto Natale magari arriva qualcosa di buono anche per loro. Daniele De Rossi forse è una storia ancora più dura perché qui Zeman è uscito allo scoperto: «De Rossi non si è ancora integrato ». Anche se poi è arrivata l’inversione: «Sono state stravolte le mie parole. Ma non penso ci siano dieci squadre pronte a comprarlo», ha corretto il boemo, senza lasciarsi sfuggire il finalino chiarificatore. C’è il Psg, il Madrid, Manchester, magari il City che sta rivoluzionando i piani dopo il flop europeo. Sneijder e De Rossi sono due richieste del traballante Roberto Mancini che pare si sia definitivamente arreso davanti alle esibizioni di Balotelli.
Questo è strano perché da quando è diventato padre, saranno almeno 48 ore, Balo è un altro. É entrato a torso nudo nel presepe del centro storico di Napoli e davanti alla clinica privata in cui è nata Pia,c’è un reggimento di giornalisti in attesa di scolpirlo. Quindi torna in Italia e ci sarebbe il Milan anche qui. È tutto molto complicato ma potrebbe diventare tutto molto semplice, dipende da Mino Raiola. Il procuratore di Balotelli ha già fissato un prezzo, la Gioconda, e avvisato che il ragazzo non si può affittare come un capolavoro qualunque, chi lo vuole lo deve comprare. Balo ha un contratto col City fino al 2015 a 4,5 a stagione, pensare di portarlo via con un prestito e un obbligo di riscatto è temerario. Ma Raiola sta riallacciando i rapporti con il Milan dopo le stilettate estive ai tempi di Zlatan Ibrahinmovic. Ed è stato uno degli artefici dell’arrivo di Robinho al Milan. Ora potrebbe occuparsene al contrario con la cessione del brasiliano al Santos. E quei quattrini avrebbero già una destinazione: Balotelli.
L’Inter è fuori, si resta alla dichiarazione di Marco Branca quando Mario andò al City: «Balotelli è un caso chiuso». Ma se il Milan punta ai dissidi interni fra giocatore e società per approfittarne e arrivare ai prestiti, l’Inter è abile a intromettersi per fare ostruzionismo sugli affari degli altri, recenti i casi Tevez e Giovinco. Su Balotelli ha un’opzione, non renderà la vita facile a nessuno.
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