Se il buongiorno si vede dal mattino, la stagione delle coppe europee si annuncia altamente spettacolare. La finale tutta spagnola fra Barcellona e Siviglia regala un 5-4 finale che non è un punteggio determinato dai calci di rigore, ma da una serie di prodezze, e anche qualche distrazione difensiva, che hanno mandato in visibilio il pubblico di Tbilisi, quasi tutto schierato a favore della squadra di Luis Enrique. Il Barcellona ha risposto alle attese, vincendo anche se in modo più faticoso del previsto, con una rete di quel Pedro che dal 17 agosto dovrebbe diventare un giocatore del Manchester United (i ’Red Devils’ pagheranno la clausola rescissoria di 30 milioni) e che nel frattempo si conferma uomo del destino (nelle finali segna spesso) per la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio e con cui ha vinto tutto. La sua prodezza per il Barca vale anche la conquista definitiva dell’attuale trofeo, perchè l’ha vinto cinque volte. Ora sarà esposto in modo permanente nel museo del Camp Nou.
A dare inizio ai fuochi di artificio sono le tre punizioni che, dal 3’ al 16’, si sono tramutate in altrettante reti, due di Messi (le sue prodezze dal limite, con il sinistro, hanno ricordato quelle di Maradona) e una di Banega, altro argentino. La terza rete dei catalani, di Rafinha su passaggio di Suarez dopo che Beto aveva respinto una conclusione dell’uruguayano, sembra chiudere la partita e il Barcellona ha il torto di ’sedersì dopo la quarta rete, realizzata da Suarez al 7’ della ripresa. Il Siviglia non si arrende trascinato dalla grinta del suo allenatore Unai Emery, che alla 20/a sfida personale con i blaugrana continua a non averne vinta una, così favoriti dal fatto che Messi ha un calo vistoso, gli andalusi si rifanno sotto grazie a Reyes, lasciato solo e servito alla perfezione da Vitolo. E lo stesso Vitolo subisce al 27’ un ingenuo fallo da rigore da parte di Mathieu.
È rigore, che Gameiro trasforma. Luis Enrique, che in precedenza aveva sostituito capitan Iniesta con Sergi Roberto, si copre facendo entrare il difensore Bartra al posto di Rafinha, ma proprio il nuovo entrato poco dopo combina un mezzo pasticcio insieme a Dani Alves e permette a Immobile di servire l’altro nuovo acquisto Konoplyanka per il gol del 4-4, incredibile ma vero. Si va ai supplementari, gli schemi sono saltati e le squadre si affrontano a viso aperto. Pedro entra e si fa subito ammonire, poi al 115’ decide il match: Messi calcia l’ennesima punizione dal limite e un avversario respinge con la mano.
Sarebbe rigore ma l’argentino riprende al volo e calcia ancora, Beto riesce a metterci una mano ma non può niente contro Pedro che si avventa sul pallone e regala un altro trofeo alla squadra che sta per lasciare. Evidentemente era destino, in un modo o nell’altro il Barcellona continua a fare la storia. E anche a dare spettacolo- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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