La prima di Berrettini nella otto giorni show del tennis italiano

La prima di Berrettini nella otto giorni show del tennis italiano

Il rovescio è ancora un po' goffo e artigianale ma in prospettiva è l'unico punto debole di Matteo Berrettini, che vincendo ieri a Gstaad il suo primo torneo Atp ha dato all'Italia il terzo titolo in otto giorni dopo i successi di Fognini a Baastad e Cecchinato a Umago. Il romano, che oggi sarà numero 54 del mondo, ha qualcosa di diverso: intanto ha 22 anni (non è un record ma era dai tempi di Stefano Pescosolido - 26 anni fa - che un italiano così giovane non portava a casa un torneo), e poi sembra avere tutte le carte in regola per spiccare il volo verso una carriera di altissimo livello.

Contro una vecchia volpe della terra battuta come Roberto Bautista Agut, Matteo l'ha spuntata (7-6, 6-4) mettendo in mostra un repertorio raro per i tennisti di casa nostra: una battuta devastante (17 aces e nessuna palla break concessa nella finale, nessun turno di servizio ceduto in tutta le settimana), un drittaccio che non avrà ancora la varietà dei fuoriclasse ma fa malissimo sia incrociato che inside-out, e soprattutto una solidità mentale da «cavallo» di razza.

È un giocatore differente, Berrettini. Non tanto diverso da quelli che spadroneggiano in quest'epoca di bombardieri ma sicuramente dai nostri che sono andati e vanno per la maggiore: non avrà la mano benedetta di Fognini ma nessuno possiede il suo fisico (1 metro e 93 per 86 kg) e la sua potenza, basi indispensabili su cui costruire un campione contemporaneo. Dovrà pensarci Vincenzo Santopadre, onesto «pro» negli anni Novanta che lo segue da quando aveva 14 anni e da coach ha il privilegio di lavorare su un diamante grezzo. «Stavolta non è potuto venire e io ho vinto il torneo, magari c'è qualcosa da cambiare», ha scherzato Matteo a cui non manca nemmeno la faccia tosta nelle interviste. E che poco dopo si è tolto la soddisfazione di vincere anche in doppio insieme a Daniele Bracciali.

Quello di Gstaad è un semplice torneo da 250 punti, ma la sensazione è che la vittoria di ieri potrebbe essere ricordata come la prima di una lunga serie: a patto di restare coi piedi per terra e continuare a migliorare.

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