Berrettini si arrende solo a un infortunio. Ciao Finals tra le lacrime

Matteo lotta con Zverev, perde il primo 7-6 poi il dolore agli addominali. Lo sostituirà Sinner

Berrettini si arrende solo a un infortunio. Ciao Finals tra le lacrime

La racchetta buttata per terra. Le lacrime, mentre sdraiato a terra il fisioterapista cerca l'impossibile. Quei maledetti addominali, il castigo peggiore nell'occasione che sognava da una vita. Che sognavamo da una vita.

Matteo Berrettini finisce così il suo match d'esordio nelle Atp Finals, in Italia, a Torino, a casa nostra. È sotto di un set perso al tie break dopo aver giocato alla pari con Sasha Zverev, il numero 3 del mondo. Sente «una stecca», dice, al secondo game del secondo set. Alza il braccio e spegne il cuore di tutti. Soprattutto il suo. Non c'è beffa più atroce, risentire quel dolore che lo aveva fermato per mesi dopo gli Australian Open. Al quale si era ribellato riprendendosi la vita e la scalata al tennis che conta, per diventare il primo italiano ad arrivare alla finale di Wimbledon. Lì, sdraiato per terra, guarda il vuoto con gli occhi che chiedono perché, provando poi a tirare ancora un colpo prima di sciogliersi in un pianto disperato. E perché se lo chiedeva perfino Zverev, accorso a portargli l'asciugamano e salutandolo poi dopo la resa con un disegno sulla telecamera che raffigurava un faccino triste. «Non so proprio cosa dire - affermerà poi nel discorso della vittoria - è inutile che stia qui a raccontare la partita, l'unica cosa che conta è la sua salute». Che purtroppo non prevede miracoli: per Matteo il torneo dei sogni finisce qui. Un incubo.

C'è qualcosa di atroce nello sport quando la vita ricorda che c'è sempre un pericolo dietro l'angolo. Successe ad Andrea Gaudenzi, quando gli saltò una spalla durante la finale di coppa Davis '98 a Milano. È successo a Berrettini in un match che aveva fino a quel punto giocato alla pari, rispondendo colpo su colpo a un avversario davvero grande. Ha avuto perfino due set point, ha perso il tie-break del primo set giusto per pochi particolari. Non se lo meritava, non ce lo meritavamo.

La festa del tennis italiano insomma comincia nel modo peggiore. Nel pomeriggio Medvedev aveva battuto Hurkacz in tre set lamentandosi di campo e raccattapalle come sa far lui.

Ma per tutti debutto era quello di ieri sera, con il nostro supereroe a cui il destino ha fatto lo scherzo più crudele. E se l'unica consolazione è che adesso verrà sostituito da Jannik Sinner, a Torino come riserva, si può dire che in altre occasioni avremmo festeggiato. Ma così no, maledizione.

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