Marco Borriello ha ancora voglia di mettersi in gioco visto che nell'ultima stagione è rimasto ai margini della Spal. L'ex centravanti di Milan, Roma e Juventus ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha raccontato le sue verità: "Il 10 dicembre in casa contro il Verona fui sostituito sullo 0-2, lo stadio mi fischiò, io ci restai male e replicai con un applauso sarcastico. Lì ci furono i primi screzi. E poi, prima di Natale, mi infortunai al polpaccio. Era uno stiramento di pochi millimetri, eppure non si sanava mai e i medici della Spal non riuscivano a risolvere il problema. La società fece passare un messaggio negativo, come se io non volessi allenarmi e fossi un lavativo. E ho fatto a spese mie nove risonanze magnetiche in giro per l’Italia".
Borriello ha poi raccontato il periodo davvero negativo in quel di Ferrara e ha anche svelato di essere stato aggredito: "Pensi che un giorno mi hanno anche aggredito per strada. Facevo due sedute al giorno cambiandomi in uno spogliatoio diverso rispetto ai miei compagni per volere della società: accettai l’umiliazione nell’interesse della Spal, mettendomi l’orgoglio in tasca. Non mi hanno più fatto allenare con la prima squadra. E poi mi hanno negato il permesso di giocare la partita d’addio di Pirlo".
Infine, il 36enne campano è tornato a parlare del suo passato al Milan con qualche rimpianto e con la voglia di tornare: "Non sarei mai andato via dal Milan. Sono innamorato del Milan: gli anni più belli, lo stadio più bello. Non sarebbe una brutta idea".
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