Buffon, la conferenza sul suo futuro: "Sabato ultima partita con la Juve"

All'Allianz stadium, Buffon affronta il futuro: "Ho diverse offerte, sia per il campo che fuori: una è della Juventus"

Buffon, la conferenza sul suo futuro: "Sabato ultima partita con la Juve"

Gianluigi Buffon si presente all'Alliana Arena per spiegare cosa sarà del suo futuro. Decisione che arriva un anno denso di emozioni: dall'addio al Mondiale con l'Italia - non per volontà ma per gli scarsirisultati degli azzurri - ai due trofei del 2018 (scudetto e Coppa Italia) che si aggiungono a un palmares leggendario, al quale però si aggiunge l'ennesima delusione europea: la beffarda sconfitta al Bernabeu, che (probabilmente) verrà condita con le condanne della Uefa (che ha già avviato due procedimenti contro il portiere della Juventus.

La conferenza stampa

Davanti a giornalisti e membri della dirigenza, è Andrea Agnelli ad aprire la conferenza: "Trovare le parole è difficile" spiega il presidente della Juventus al fianco del portiere. "Grazie di cuore per questi 17 anni. È ambizioso, timido, leale, trasparente, sincero, onesto, un amico, il capitano. E' stato in paradiso è sceso al'inferno ed è tornato in paradiso", così Agnelli prima di passare il microfono ammette che la società è disponibile per "qualsiasia sua scelta".

Buffon cattura l'assist di Agnelli al microfono e spiega che "sabato sarà l'ultima partita con la Juventus" (guarda il video). Secondo il campione del mondo 2006 questo "è il modo migliore per finire questa avventura grandissima". E spiega: "Finire con altre due vittorie è importante come lo è la vicinza di Andrea e del popolo juventino". Una scelta dura: "La mia paura era di arrivare alla fine con la Juve da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono veramente orgoglioso di essere arrivato fino a 40 anni e di aver potuto esprimere il mio meglio in campo, con prestazioni all'altezza del mio nome e dalla società. Arrivo a salutare felice e sereno, cosa non scontata per uno sportivo".

Prima delle domande dei giornalisti, il campione d'Italia 2018, per la settima volta di fila, chiosa con i ringrazimenti "alla famiglia Juventus e la società. Mi hanno preso nel 2001 come un talento - prosegue l'estremo difensore - e se (quel ragazzo, ndr) è diventato un campione è merito della società che mi ha fatto fare un ulteriore step. E ho totale convinzione che se sono qui a 40 anni e merito della Juve per approccio e mentalià. Questa filosofia l'ho fatta mia e sono sicuro che la userò in futuro nel dopo-calcio se dovesse servire".

Ma cosa farà Buffon? Lo interroga subito dopo un giornalista: "Giocherò una partita ed è l'unica cosa certa. Quinidici giorni fa avrei smesso ora sono arrivate offerte per giocare e in ruoli fuori dal campo. Dopo il match di sabato mi prenderò due giorni per riflettere e decide al meglio. Una delle offerte è della Juve". Anche se ammette: "Non giocherò in Italia". E ancora: "Alla fine - ha spiegato Buffon, con al fianco il presidente del club bianconero Andrea Agnelli - seguirò quello che urla la mia indole e la mia natura. Una nuova avventura in campo? Sicuramente non in Italia. Andrò in base alla percezione, all'importanza che potrei avere in un certo progetto, agli stimoli che potrei riceverne. E poi lo stato di forma fisica: sono tutte riflessioni che devo fare senza farmi condizionare dall'esaltazione del momento. Sicuramente non sono uno che vuole andare a finire la carriera in un campionato di terza o quarta fascia, sono e resto un animale da competizione"

Capitolo Nazionale

"La Nazionale? Io ho detto che se Buffon era diventato un problema tre mesi fa non oso pensare cosa possa essere tre mesi dopo. Quindi poi ipoteticamente sei mesi dopo, un anno dopo eccetera. Diventerebbe qualcosa di complicato da gestire, qualcosa dal quale voglio tenermi lontano perché non penso di meritarlo. E poi penso che la Nazionale abbia già dei grandi e giovani portieri che hanno bisogno di fare le loro esperienze". E ancora: "Se il 4 giugno sarò in campo con la maglia azzurra per Italia-Olanda? No, non ci sarò.

Come ho detto poc'anzi la Nazionale è un'altra parentesi che ha caratterizzato il mio percorso e la mia vita calcistica e le persone che hanno composto la dirigenza e la squadra il meglio di loro me l'hanno dato mentre combattevamo per i risultati. Non ho bisogno di altri attestati di stima, affetto e celebrazioni varie. Le persone, come ho detto, vanno celebrate da vive e non da morte, se si ritiene lo meritino"

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