Gianluigi Buffon si sente rinato al Psg: l'ex capitano della Juventus e della nazionale italiana ai microfoni della Gazzetta dello Sport si è detto ringiovanito e si sente più forte di cinque anni fa: "Dopo una settimana hanno capito che non era arrivato uno che stava invecchiando ma che voleva ritagliarsi uno spazio importante e far crescere la squadra. Ho conquistato il ruolo che volevo: mettermi a disposizione per far crescere l'ambiente e dimostrare che sono ancora pronto". Il 40enne di Carrara è poi tornato a parlare del suo addio alla Juventus: "Lo abbiamo programmato insieme, il cerchio si è chiuso perfettamente. Nessun rimpianto né delusione, questa settimana ero in Italia, ho telefonato ad Andrea e mi ha dato il permesso di allenarmi tre giorni alla Continassa".
Buffon, però, si augura di non incontrare la Juventus in una ipotetica finale di Champions League: "Con il Psg non vorrei incontrare i bianconeri in finale di Champions perché non vorrei che una mia eventuale gioia coincidesse con una tristezza per i miei ex compagni". L'ex numero uno del Parma ha poi chiuso la porta alla nazionale, con una vena polemica: "Dopo la Svezia mi aveva chiamato Di Biagio dicendo che aveva bisogno di me per le due amichevoli e, nonostante il momento, gli avevo detto sì per amicizia e senso di responsabilità. A quel punto su di me sono state dette cose vergognose: che ero un imbucato, un vecchio che si aggrappava alla poltrona. E allora, per orgoglio e dignità, mi sono fatto da parte".
E se arrivasse una telefonata da Mancini? "Lo ha già fatto, chiedendomi disponibilità in caso di emergenza. Ma ci sono Donnarumma, Perin, Sirigu, Cragno, Meret... quindi possibilità nulle per rivedermi in azzurro".
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