Un calcio al gossip del pallone ma soltanto dietro anonimato

Clamoroso! Supermario twitta fumando una sigaretta (di quelle normali, peraltro). Clamoroso! Er Pupone s'incanta davanti, anzi dietro, al lato B di una cameriera (a Scherzi a parte, peraltro). Clamoroso! La Pulce vomita durante l'intervallo (notizia freschissima, il fattaccio, essendo avvenuto in Bolivia, potrebbe esser stato causato dall'altitudine, peraltro). Che volete farci, il campione è come il maiale: di lui non si butta via nulla, nemmeno la cenere della sua cicca, nemmeno l'apprezzamento silenzioso alle curve femminili che non sono quelle della moglie, nemmeno il suo rigurgito. Quando poi il top player, oggi è di moda chiamarlo così, mette nero su bianco quel po' di sé che esula dal controllo di palla e dall'allenamento differenziato per colpa di una caviglia in disordine (vedi Io, Ibra del rissoso, irascibile, carissimo Zlatan), tutti lì a curiosare fra i «segreti» del calcio. Per scoprire poi che si tratta di segreti di Pulcinella.
Ma qui, in Io sono il calciatore misterioso (Isbn editore, pagg. 176, euro 19) se il titolo accalappia l'anima gossipara del tifoso, il contenuto fa altrettanto sulla sua curiosità di privato cittadino. Il calciatore misterioso potrebbe essere chiunque. O quasi. Va bene, ha giocato a lungo in Premier League. Va bene, ha litigato con Cristiano Ronaldo (ma chi non l'ha fatto?). Va bene, afferma candidamente di aver sempre fatto di tutto per ottenere un contratto più ricco (trovatene uno, di pedatore professionista, che si comporta diversamente). In più, però, ci ha messo del suo. Ci ha messo la faccia pur mantenendo l'anonimato. Con una rubrica su The Guardian, ha raccontato per filo e per segno, facendo nomi e cognomi, citando luoghi e circostanze, stadi e partite (una catena di indizi che lo rende quindi riconoscibile per gli addetti ai lavori) il mondo che ha la testa nel pallone. La Premier potrebbe essere la nostra serie A, o la Liga spagnola, o la Bundesliga tedesca, o il campionato greco o quello olandese, perché la meccanica che governa il calcio funziona ovunque allo stesso modo, soprattutto fuori dal rettangolo verde.
Nella prefazione, Gianluca Vialli (a proposito, parte del ricavato dalla vendita degli ebook, prezzo 9,99, sarà devoluto alla Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport) fa outing al contrario, dicendo che lui una cosa del genere non si sarebbe mai sognato di farla, mai avrebbe infranto il codice del silenzio che vige fra le mura degli spogliatoi e che si riverbera ovunque. Magari lui il calciatore misterioso lo conosce bene e, adesso, non vorrebbe essere nei suoi panni, con i pantaloncini sbrindellati a causa di innumerevoli mischie nella vita reale e la maglietta sporca del fango dell'ignominia...
Però questa «gola profonda» stregata dall'Anfiel Road e dall'abilità dei propri e altrui agenti, questo testimone occulto che ha passato i suoi guai quando girava la storia che fosse dipendente dal metadone, questo cronista che, come un chierico vagante medievale, fa luce sugli angoli bui del più grande spettacolo del mondo, ci è simpatico.

Da proletario lieto di aver disubbidito al padre, che gli metteva sotto il naso i libri di Shakespeare e Joyce, è diventato un medio-borghese con il culo al caldo. Qualche sterlina, grazie alla Bbc, la porta ancora a casa, ora che ha appeso le scarpe con i tacchetti al chiodo. Avendo avuto cura, prima, di liberarle di molti sassolini.

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