Ultimi fuocherelli di campionato. Monsieur Olivier Giroud porta il Milan meritatamente in Champions e sbatte la Juventus fuori dall'Uefa, nascosta nelle periferie italiane. Lo stimolo di Elkann ad Allegri è svanito nella diciassettesima sconfitta stagionale, c'è poco da aggiungere a un fallimento totale che soltanto qualche fiancheggiatore del livornese può giustificare e che i nuovi dirigenti accettano, come nel duemilasei, l'allora avvocato Zaccone ha trovato un erede nell'improbabile Calvo Francesco «i -10 sono acqua passata..!». Juventus patetica, confusionaria, imprecisa, aggettivi che sono il timbro sul passaporto scaduto di un allenatore presuntuoso, protetto da un contratto voluto da chi ha portato il club alla vergogna attuale che si riassume anche nel salario e nelle prestazioni ridicole di Di Maria. Penultimo turno in omaggio alla zona Cesarini, gol nei secondi finali a ribaltare risultati già certi. Al Napoli non riesce il record di punti, già si sentono malumori contro Spalletti per le sostituzioni di Kim e Osimhen contro il Bologna, roba da matti; il Lecce a Monza passa dall'inferno al paradiso della A con un rigore all'ultimo secondo, Verona e Spezia si giocheranno la salvezza a Milano e a Roma; nella settimana del caso Vinicius, ci siamo fatti riconoscere con gli insulti a Juric che è stato addirittura costretto ad avvisare l'arbitro, uguale a tutti gli altri sodali del settore fischietti e affini, sordi ai berci del pubblico ma, come impiegati del catasto, attenti ad esibire ammonizioni ed espulsioni per lesa maestà. Il calcio malato incominci dai giudici, quelli dei tribunali e quelli di campo.
Si va verso la prima finale europea, mercoledì a Budapest, contro il Siviglia, Josè Mourinho può offrire alla Roma il secondo trofeo consecutivo utile per mascherare le magagne di campionato, dalla Capitale aumentano i sussurri che prevedono saluti del portoghese verso conti correnti più sostanziosi di quelli dei Friedkin. Film già interpretato dall'istrione di Setubal, nella notte di Madrid.
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