La carica dei 70mila. C'è una carica speciale per questo Milan che stasera, dopo le sfide di Bergamo e Torino, può decidere ancora una volta del proprio destino. Perciò Stefano Pioli, interrogato su Juve-Inter, è pronto a rispondere con la serenità che gli deriva dalla classifica e forse anche da qualche altra certezza. «L'ho vista con distacco, non conta più quello che fanno gli altri» è il cambio di mentalità segnalato dalle parti di Milanello che si ritrova, nell'occasione del lunedì sera col Bologna, con uno stadio quasi esaurito, 70mila la prevendita e molte prenotazioni per la sfida con l'Atalanta, alla penultima. «Da oggi in poi su ogni treno che passa dobbiamo salire al volo» è la metafora scelta da Pioli per concludere gli ultimi due mesi della stagione come i primi due del '21-22, a ritmo sostenuto cercando di cancellare il ricordo, amarognolo, dell'aprile passato quando accumulò i ritardi che fecero addirittura temere la perdita del posto in Champions. I 70 mila contano, la «tensione positiva» segnalata da Tomori pure, restano le incognite legate alla sosta per le nazionali («da venerdì ci alleniamo al completo ma sono tornati tutti in salute») e quella famosa arma in più di cui si sono perse le tracce.
Di chi si tratta? Di Ibra, naturalmente. Per Pioli «sta bene ma convive con i suoi acciacchi» il referto quotidiano. Evidente lo stato dell'arte se né il Milan (utilizzato nei pochi minuti finali prima della sosta) e ancor meno la Svezia impegnata nello spareggio mondiale perso, l'hanno schierato a pieno regime. Lunga è la strada che può e deve portarlo al recupero di una condizione decente per cominciare dall'inizio, magari da fissare per il martedì dopo Pasqua, semifinale di ritorno della coppa Italia con l'Inter. Sarà la verifica decisiva in vista del futuro programma: smettere oppure raddoppiare come ha dichiarato apertamente da Stoccolma. Nel frattempo bisogna puntare sempre su Giroud, sulla luna giusta di Leao tallonato da Rebic per la sostituzione, e sul dubbio da sciogliere per il centrocampo, se Kessiè oppure Brahim Diaz, se cioè irrobustire la trincea mediana oppure liberare la frenesia dello spagnolo.
Non risulta agli atti nemmeno un particolare clima per la panchina numero 100 toccata stasera da Pioli che ha in testa ben altro traguardo da centrare. «La panchina migliore deve ancora arrivare» manda a dire con quel senso di giusta attesa che deve scandire queste ultime tappe del campionato. C'è un solo neo, l'assenza di Mihajlovic, a cui Pioli dedica il suo augurio sincero che è quello di tutto il Milan dove è passato lasciando una scia di amici e di scelte visionarie.
Nessuno dimentica che fu proprio Sinisa, dopo un burrascoso viaggio a Genova, a lanciare Donnarumma in porta, incoraggiato dal pronostico di Abbiati. Sostiene Pioli: «Sono sicuro che presto ritroverò Sinisa perché ha dimostrato di saper volare sopra le paure e le difficoltà». Un po' come il suo Milan.
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