Costretto al ritiro dopo una seduta di agopuntura: il caso del nuotatore Andrea Rolla

L'atleta era stato costretto ad abbandonare la carriera nel 2014. Due fisioterapisti sono stati rinviati a giudizio per esercizio abusivo della professione medica

Costretto al ritiro dopo una seduta di agopuntura: il caso del nuotatore Andrea Rolla

Avrebbero eseguito in maniera sbagliata un trattamento di agopuntura che avrebbe dovuto curare il dolore alla spalla sinistra di Andrea Rolla, campione di nuoto, con un oro europeo e una partecipazione alle Olimpiadi nel 2012.

Purtroppo però quella terapia avrebbe procurato al nuotatore, un polmone perforato e, quindi, l'interruzione immediata della carriera. È accaduto nel novembre 2014. Per questi fatti due fisioterapisti, un 36enne romano e un 44enne originario di Bologna, sono finiti a processo davanti al Tribunale monocratico. L'accusa, rappresentata dal pm Mario Pesci, contesta a entrambi gli imputati l'esercizio abusivo della professione, sia sotto l'aspetto della diagnosi sia del trattamento: la procedura doveva essere eseguita da un medico. L'atleta, assistito dall'avvocato Tommaso Giustiniano, si è costituito parte civile.

Il caso

È il 28 novembre 2014 quando Rolla accusa un dolore alla spalla sinistra e si rivolge a un centro fisioterapico specializzato, in zona Piazza Bologna. L'aveva già frequentato altre due volte per lo stesso problema. Il nuotatore aveva fatto, infatti già qualche seduta di dry needling, un trattamento che consiste nell'inserire aghi molto sottili nella cute e nei muscoli, per sciogliere la contrattura.

Quel giorno però, quando si ripresenta al centro, lo specialista che l'aveva seguito nelle precedenti sedute non è in sede. E così, per i pm, il 36enne, incaricato dall'altro imputato, avrebbe "praticato la manipolazione trust muscolare e il dry needling eccedendo le attribuzioni proprie della figura professionale di fisioterapista ed eseguendo una prestazione rientrante in quella del medico".

Durante la procedura, avrebbe inserito un ago tra la scapola sinistra e la colonna vertebrale del paziente, perforandogli un polmone, provocandogli uno pneumotorace sinistro. Dopo la seduta, Rolla non respira bene, ha l'affanno e si ripresenta in sede. E secondo i pm, il 36enne avrebbe sottovalutato il malore, escludendo che potesse essere stato causato dal trattamento eseguito. L'imputato non avrebbe spedito"immediatamente il paziente ad un pronto soccorso, o comunque da un medico per una valutazione".

Lo stesso errore sarebbe stato fatto dall'altro fisioterapista, 44enne: "Quando è tornato e mi ha detto di sentirsi poco bene, l'ho fatto distendere sul lettino ha detto l'imputato in aula dopo 30 minuti si è sentito meglio ed è tornato di sua spontanea volontà a casa". Qualche giorno dopo il nuotatore si presenta all'ospedale San Camillo Forlanini dove viene sottoposto a una lastra al torace. La diagnosi è pneumotorace dovuto alla perforazione del polmone, trattato immediatamente con una pleurotomia e il posizionamento di un tubo di drenaggio.

A causa di quel problema, Andrea Rolla è costretto ad abbandonare la carriera, in piena ascesa.

Solo qualche anno prima, nel 2012, aveva vinto un oro e un argento agli Europei di Debrecen in Ungheria. E, nello stesso, anno aveva partecipato alle Olimpiadi di Londra. A settembre prossimo è attesa la sentenza del Tribunale.

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